Il sindacato della Dia: “Ci tagliano gli stipendi”

I lavoratori dei vari reparti delle Forze dell'Ordine che fanno parte della Direzione investigativa antimafia protestano contro il taglio del trattamento economico aggiuntivo: "Abbiamo sequestrato beni per 6 miliardi"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Anip che difende i lavoratori della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) dopo la decisione della direzione centrale di tagliare il trattamento economico aggiuntivo per tutto il personale interforze della Dia.

L’èlite della Polizia di Stato per il contrasto della criminalità organizzata, inserita nella Direzione Investigativa Antimafia è in rivolta a seguito dell’attuale proposta di abolizione del trattamento economico aggiuntivo per tutto il personale interforze della Dia. Il parlamento e il governo, per contrastare il fenomeno delle mafie e migliorare l’efficacia degli strumenti a disposizione, hanno predisposto un piano straordinario e riunito tutte le norme in un codice unico (Legge 136 del 13 agosto 2010).

In controtendenza i vertici della Dia anzichè motivare e nello stesso tempo incrementare l’impegno del personale propongono, in un’ottica di risparmio, l’eliminazione dell’esiguo trattamento accessorio, mai aggiornato dal 1991, previsto dalla legge istitutiva della Dia e che ammonta a circa 200-300 euro a seconda delle qualifiche e dei gradi rivestiti. Una situazone che ha visto venire meno il rapporto di fiducia tra il vertice e la struttura, la quale attraverso I propri rappresentanti ha chiesto al Ministro dell’Interno e al Capo della Polizia l’immediata rimozione del direttore centrale.

Una prospettiva di risparmio assolutamente irrisoria ma comunque idonea ad affossare un ufficio i cui risultati, in termini di sequestri e confische di beni della criminalità organizzata,, hanno raggiunto oggi altissimi livelli mai toccati prima da alcun organo investigativo, nonostante i cospicui tagli di risorse subiti nell’ultimo biennio. Infatti sono 6 i miliardi di euro di beni sequestrati e 1,2 miliardi di euro per beni confiscati che contribuiscano ad aumentare il fondo unico di giustizia.

Un provvedimento che incide sullo spirito degli operatori quotidianamente impegnati contro organizzazioni sempre più all’avanguardia e con ingenti risorse a disposizione per finanziare manovalanza e attività illecite. L’Anip Italia Sicura predisporrà opportunamente iniziative per ostacolare l’inaccettabile proposta poichè non è possibile pensare che la criminalità organizzata potrà essere contrastata sfruttando il senso del dovere, l’obbligatorietà del servizio, il sacrificio e i rischi del personale e delle loro famiglie. Sono proprio queste cirtcostanze che obbligano il sindacato a rivendicare le libertà, i dirittie e gli strumenti garantiti dalla Costituzione per salvaguardare i lavoratori in particolare l’esercizio del diritto allo sciopero.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2011
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