La lunga estate che fa brindare l’airone
Tante specie beneficiano del caldo di questi giorni, ma alcuni animali potrebbero avere problemi per la siccità. «Nessun rischio per i pesci dovuto alla magra del Verbano»
C’è un pescatore solitario e paziente che in questi giorni fa festa in silenzio sotto le piume: le muove infatti solo al momento giusto, per colpire gli ignari pesci nelle pozze con sempre meno acqua. È l’airone, uno dei tanti animali che beneficiano dei questa coda lunga dell’estate. Assieme a lui brindano i pipistrelli, che al crepuscolo ancora riescono a volare per fare scempio di zanzare e insetti. E il gheppio, un rapace che si nutre di piccoli rettili e inverterbrati. Tutti ancora “svegli” per via dell’estate a ottobre, che solo martedì scorso, l’11, ha fatto segnare il record delle temperature a Vaerse: 28,2 gradi centigradi, praticamente luglio.
«In questo periodo dell’anno, di solito l’attività di molti animali è rallentata per via dell’arrivo dei primi freddi – spiega Adriano Martinoli, ricercatore della facoltà di biologia dell’Università dell’Insubria di Varese. E con questo caldo vi sono specie che si avvantaggiano del clima e altre che invece soffrono di più, specialmente per la mancanza d’acqua».
E’ il caso, per esempio del cinghiale. «Questo mammifero necessita di molta acqua – spiega Martinoli – . In queste mattine d’ottobre, non sempre si trova la rugiada nei campi: spesso i prati sono secchi e i torrenti montani sono ridotti a rigagnoli. Il cinghiale non è in pericolo, beninteso, ma certamente è un animale selvatico che soffre molto in questo periodo. Vi sono stati, in passato, in alcune zone dell’Italia centro meridionale episodi di alta mortalità per via della carenza d’acqua».
E gli aironi, invece? «L’airone è un animale che caccia all’aspetto. Per lui è vantaggioso il fatto che si formino pozze d’acqua dove alcuni pesci rimangono intrappolati. Per loro c’è meno spazio e l’airone, immobile, colpisce. La stessa cosa che succede per i pipistrelli o per i gheppi (foto), che si lanciano sulle lucertole che ancora sono in attività perché attratte dal forte sole».
Alcuni lettori "laghé" segnalano l’ipotesi che la magra del Verbano, provocata dalla mancanza di precipitazioni, possa compromettere la deposizione delle uova di alcuni pesci.
Non è proprio così, come conferma Cesare Puzzi, ittiologo, consulente della Provincia di Varese che ha condotto svariati studi sui pesci di lago.
«Ci sono pesci che si riproducono deponendo le uova a 15-20 centimetri sotto la superficie del lago – spiega l’ittiologo Puzzi – ma non in questo periodo. È ad esempio il caso del lavarello (nella foto), che depone a dicembre e fino a febbraio le uova restano. Oppure l’alborella e diversi ciprinidi che depongono però sotto riva tra primavera ed estate. In questi casi, se il lago dovesse ritirarsi rapidamente, anche di un centimetro al giorno, potrebbero esserci problemi per queste specie. Ma ora non si corre alcun rischio».
«Gli unici problemi derivati dalla diminuzione dell’acqua nei laghi a danni dei pesci – conclude l’ittiologo – avvengono di solito in primavera, quando l’apporto per le irrigazione comincia a farsi sentire e i movimenti dell’acqua possono causare problemi per le uova».
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