La Polizia mette i sigili alla casa d’appuntamenti di via Verri
Dopo la denuncia del marzo scorso, nell'appartamento di proprietà di due coniugi italiani erano tornate a lavorare due prostitute ecuadoriane con un giro d'affari di tutto riguardo.
Nuovo episodio della “saga” dell’appartamento di via Verri utilizzato da prostitute di origine ecuadoriana per ricevere i clienti.
La Squadra Mobile, in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione della Questura, aveva effettuato un primo controllo nell’abitazione lo scorso 5 marzo, identificando due prostitute ecuadoriane, irregolari sul territorio nazionale.
La più giovane, di 30 anni, era stata espulsa, mentre l’altra, trentacinquenne, era inespellibile perché incinta: nonostante il proprio stato la donna esercitava a pieno regime la propria attività, ricevendo anzi molti clienti attratti dal sua condizione fisica.
Lo scorso settembre gli investigatori della Mobile sono tornati nuovamente in via Verri, a seguito delle molteplici segnalazioni dei condomini che denunciavano la ripresa del via vai di uomini dall’abitazione.
Ad accoglierli hanno trovato la stessa ecuadoriana del primo controllo che, dopo aver partorito, era ritornata a lavorare nell’appartamento. Insieme a lei una connazionale di 29 anni, appena arrivata in Italia.
I sette telefonini rinvenuti sul tavolo della cucina e utilizzati per fissare gli incontri squillavano senza sosta, a testimonianza di un giro di affari di tutto riguardo: la presenza di varia oggettistica “professionale” ne era ulteriore conferma.
Al termine degli accertamenti, gli investigatori avevano denunciato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione i due coniugi italiani, di 50 e 55 anni, proprietari dell’appartamento, in quanto era emersa la loro piena consapevolezza delle modalità di utilizzo dell’immobile da parte delle affittuarie.
In considerazione di tali elementi e valutato il pericolo che la libera disponibilità dell’appartamento potesse determinare un ulteriore tentativo di adibirlo a casa di appuntamenti, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Varese ha disposto il sequestro dell’abitazione.
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