Lavratori Ims in presidio notturno: “Intervenga il Prefetto”

Accordo sulla cassa integrazione fallito anche in Regione. Continua il presidio fuori dai cancelli che si trasforma in occupazione notturna. I lavoratori chiedono alla proprietà di chiarire le intenzioni sul futuro

Accordo fallito anche in Regione per la Ims di Caronno Pertusella, rinvio del pagamento degli stipendi e presidio notturno fuori dalla fabbrica. È stata una giornata intensa quella dei 132 lavoratori della Ims di Caronno Pertusella, giornata che si è chiusa con l’occupazione notturna dell’azienda, decisa dopo la comunicazione della proprietà di posticipare ulterioremente il pagamento degli stipendi di settembre fino al 24 ottobre. La protesta alla Ims di Caronno dura ormai da più di una settimana e sono 132 i dipendenti che temono la perdita del posto di lavoro.

«Non possiamo più aspettare – spiega Roberta Tolomeo della Cgil -. La proprietà deve rispettare l’accordo del 10 ottobre che prevedeva il pagamento dello stipendio entro il 21. Oltre a non darci risposte sul futuro dei lavoratori, a non raggiungere l’accrodo sulla cassa integrazione, ci stanno prendendo in giro». In attesa di conoscere le prossime mosse della proprietà, i lavoratori dell’azienda ex ricordi chiedono inoltre aiuto al prefetto di Varese. La speranza è quella che l’intervento dell’autorità possa essere utile per definire il futuro dell’azienda e del proprio posto di lavoro. 

Nella pomeriggio di mercoledì, mentre i lavoratori manifestavano fuori dai cancelli chiusi, le rappresentanze sindacali sono state in Regione. In quella sede, l’azienda ha confermato le voci sulla cessazione dell’attività e la messa in liquidazione effettiva dell’impresa già avviata dallo scorso 12 ottobre. È quindi anche saltato l’accordo sulla cassa integrazione estesa a tutti i lavoratori.

I rappresentanti dei dipendenti hanno ribadito inoltre che si dovranno chiarire le intenzioni dell’azienda in merito alla scelta di procedere sulla via del concordato preventivo o con la dichiarazione di fallimento. Ma nulla di tutto ciò è emerso nell’incontro che si è poi svolto in serata tra i sindacati e l’azienza: «Non hanno detto nulla sul futuro dell’azienda – spiega la Tolomeo – e hanno intimato ai lavoratori di riprendere il lavoro. È una condizione inaccettabile, la smattano di prendere in giro e paghino gli stipendi».
Un braccio di ferro che ha così portato in serata all’occupazione della fabbrica che proseguirà a oltranza, garantiscono i lavoratori «in attesa che intervenga il prefetto per convocare le parti e costringere la proprietà a parlare chiaramente». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Ottobre 2011
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