Lega e Udc esultano, Bignasca chiede un muro contro l’italia

Gli elettori svizzeri hanno eletto un deputato in più per la Lega ed uno per l'UDC da mandare a Berna, in Consiglio nazionale

Lega dei Ticinesi e UDC esultano per il risultato ottenuto oggi alle elezioni federali svizzere. Gli elettori hanno eletto un deputato in più per la Lega ed uno per l’UDC da mandare a Berna, in Consiglio na

zionale, uno dei due rami del parlamento.
Giuliano Bignasca (foto), leader della Lega dei Ticinesi, ai microfoni della RSI ha subito precisato che il voto ticinese è un voto contro l’Europa e contro i frontalieri. "Bisogna fare un muro contro l’Italia – ha detto – e chiarire molte cose sui frontalieri". I capitoli del chiarimento sono espressi settimanalmente sul domenicale del partito, "Il Mattino" e si va dal contingentamento della mano d’opera ad una vera e propria regolamentazione che, a conti fatti, escluderebbe uno dei nemici di Bignasca: gli accordi bilaterali di libera circolazione delle persone (ALCP). Il leader carismatico leghista si è speso molto per queste e per le scorse elezioni cantonali dove – grazie all’aiuto fondamentale dell’UDC con la quale è stato siglato un patto non scritto – ha mandato in Governo a Bellinzona un altro esponente leghista, il Consigliere Norman Gobbi. Oggi, verrebbe da dire, il favore è stato restituito e l’asse Lega-UDC unito ha prodotto i risultati sperati perché proprio il presidente democentrista Pierre Rusconi ha avuto il suo seggio a Berna anche grazie ai viti della Lega che, se non sono stati determinanti nei numeri, lo sono stati nell’apporto politico.
Rusconi, l’uomo della campagna "bala i ratt" ed i deputati leghisti avranno certo più voce in capitolo
e già in serata il presidente nazionale dell’UDC, Toni Brunner, ha assicurato il suo appoggio alle battaglie dell’esponente Rusconi. Bignasca, dal canto suo, ha annunciato che se l’UDC condividerà le battaglie del suo partito si potrà dialogare ma la Lega dei Ticinesi è già pronta a stringere alleanze con un altro partito appena entrato in Consiglio nazionale con un seggio, il Mouvement Citoyens Genevois (http://www.mcge.ch/), un vero e proprio partito nato in un altro Cantone di confine, Ginevra, molto critico nei confronti dei frontalieri francesi. Inutile nascondere che questi risultati hanno un peso specifico per chi vive accanto ad un cantone come il Ticino che – va ricordato – ha visto in queste elezioni federali marciare sul posto partiti storici come il Partito Popolare Democratico (PPD), oppure perdere seggi come il Partito Socialista, che ha deciso fatalmente di non correre con i Verdi ticinesi, o come i liberali radicali (PLR) divisi da tempo al proprio interno. Lo stesso UDC si consolida ma non stravince mentre la grande sorpresa è rappresentata dal Partito Verde Liberale (teniamola d’occhio in Svizzera), partito nato solo nel 2007 con il preciso scopo di coniugare obiettivi ecologici ad esigenze dell’economia. Altro importante risultato è quello del Partito Borghese Democratico, un partito di destra fondato nel 2008, costola dell’UDC ma con una maggiore apertura di fronte ai grandi temi sociali ed ambientali in atto. In conclusione, la Svizzera mantiene inalterata la sua storia di reale democrazia del popolo con elezioni che potrebbero entrare nei trattati di politica internazionale.
Il risultato odierno mette i politici del nostro territorio nelle condizioni di doversi relazionare anche e soprattutto con questi partiti che hanno fatto delle campagne anti frontalieri ed anti italiane la loro forza, non dimenticando che chi va a Berna o Bellinzona lo fa perché ha ottenuto il voto dei cittadini. Sacro in Svizzera.  

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Pubblicato il 23 Ottobre 2011
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