Liberty bustocco, il grido di dolore di un architetto

Ancora un edificio di inizio novecento nel mirino delle ruspe per fare spazio a nuove palazzine. E' la Cà Bianca di via Pisacane. Giovanni Ferrario si appella all'etica mentre Reguzzoni promette: "Col nuovo Pgt metteremo un freno"

La Cà Bianca, edificio liberty all’angolo tra via Pisacane e via Biancardi tra i pochi rimasti in piedi a Busto Arsizio, rischia la demolizione per fare spazio ancora una volta a nuove palazzine residenziali. «I proprietari ne hanno facoltà – conferma l’assessore all’urbanistica Giampiero Reguzzoni – almeno fino a quando resterà in vigore il vecchio piano regolatore. Purtroppo quell’edificio (foto a sin.) non rientra tra quelli tutelati». L’architetto bustocco Giovanni Ferrario, del Comitato per la Conservazione dell’Identità Culturale, Artistica ed Ambientale tuona contro la nuova speculazione in atto ai danni di uno storico edificio: «Intervenire in luoghi dove la sedimentazione storica ha lasciato tracce importanti attraverso i decenni e i secoli trascorsi è estremamente difficile e in casi come questi si rischia molto spesso di “rovinare” l’ambiente urbano senza apportarne evidenti migliorie – scrive Ferrario in una lettera – Credo che lo spazio per la sperimentazione architettonica sia da lasciare al di fuori dei centri storici e non debba interessare (con stravolgimenti o demolizioni insensate) anche quegli edifici sparsi nella città che rivestono un notevole valore stilistico. Cancellare edifici che per la loro storia, il loro stile, il loro contributo alla creazione di un ambiente urbano di alta qualità hanno caratterizzato l’epoca in cui sono stati costruiti, è certamente una perdita di valori materiali, di ricchezza comune della città, insomma una perdita di Cultura».

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Ferrario chiede che in futuro il nuovo Pgt sappia fermare questa corsa che, a tutt’oggi, appare inarrestabile: «Sarebbe auspicabile, vista la fase di redazione del PGT attualmente in corso, un serio censimento dei valori architettonici cittadini che possa fungere perciò da base di partenza per creare nuove regole per il “gioco” dell’Architettura e dell’Urbanistica». Totalmente d’accordo anche Giampiero Reguzzoni che rilancia: «Entro fine mese dovrà essere consegnato il documento di piano – specifica – da quel momento partiranno le fasi successive per arrivare al nuovo piano di governo del territorio. Passaggio obbligatorio sarà proprio quello di censire via per via, edificio per edificio, quelle strutture che non dovranno essere toccate perchè testimonianza della storicità architettonica di Busto Arsizio». Per via Cà Bianca, invece, c’è poco da fare: «Anche aprire un contenzioso sarebbe solo un danno per l’erario – conclude amaramente Reguzzoni – in quanto rientra nei loro diritti agire su quell’edificio».

Di fronte al rischio di un ulteriore imbruttimento della città Ferrario prova a lanciare un appello all’architetto che dovrà operare tra via Biancardi e via Pisacane: «Speriamo in un “bravo” progettista, eticamente corretto e con una sufficiente coscienza professionale, che possa conciliare il nuovo con il vecchio e dimostrarsi veramente tale – mentre ai proprietari chiede – responsabilità ed un’impresa all’avanguardia che possa dare lustro ad un intero ambiente urbano senza abbattere la “Ca’ Bianca”»

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Pubblicato il 10 Ottobre 2011
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