Martinetti e il riscaldamento vincente
Il centravanti del Varese ripercorre la sua domenica con gol: «Stavo palleggiando quando Neto è andato ko. Poi mi sono fatto trovare pronto»
Dalla panchina al gol nello spazio di venti minuti. L’ultima domenica di Daniele Martinetti, centravanti del Varese di mister Maran, è vissuta in una sorta di "Sliding Door" ed è cambiata quando – allo stadio di Empoli – il compagno di squadra Neto Pereira si è accasciato per un infortunio durante il riscaldamento.
Neto, una delle stelle del Varese, era titolare designato insieme al giovane De Luca: quando Maran lo ha visto a terra ha subito richiamato Martinetti che alla prima occasione ha fatto secco il portiere avversario (era il 14′) sbloccando il risultato a favore dei biancorossi.
Dalla panchina, al campo, al gol: tutto in pochi minuti. Ci racconti come è andata a Empoli.
«I giocatori non titolari fanno un riscaldamento ridotto rispetto agli undici che vanno in campo: palleggi, passaggi e poco altro. Quando Neto si è fatto male, e almeno è accaduto con qualche minuto di anticipo rispetto al fischio iniziale, il mister mi ha subito chiamato. In questi casi devi farti comunque trovare pronto e devo dire che è andata bene. Non ero all’esordio assoluto con il Varese, quindi non avevo addosso particolare emozione e quando Corti mi ha lanciato in area sono riuscito a segnare».
Tra Vicenza ed Empoli l’attacco si è sbloccato, con quattro reti in due partite. Come se lo spiega, visto che in precedenza il gol era una rarità.
«Non lo so, non è successo niente di particolare: tante volte nel calcio succede anche questo. Forse il mister ci ha dato un po’ più di tranquillità ma credo che sia un caso se prima segnavamo poco».
Il cambio di modulo non ha aiutato?
«Non direi… Tutto sommato anche con Carbone giocavamo in maniera simile al 4-4-2 di Maran, soprattutto nelle ultime partite. Ripeto: certe cose nel calcio possono capitare, ora vediamo di non bloccarci di nuovo».
In attacco siete in tanti, e manca ancora Momenté. C’è una "spalla" che preferisce tra i suoi compagni di squadra?
«In carriera ho avuto occasione di giocare con attaccanti con caratteristiche di ogni tipo, anche molto differenti tra loro. Quindi non ho particolari problemi a integrarmi con l’uno o con l’altro, è anche il mio lavoro».
Con il Padova giocherà?
«Questo non lo decido io: vediamo dopo l’ultimo allenamento cosa dice il mister. Certo, con Neto in cattive condizioni ho più possibilità».
Cosa si aspetta dalla partita con i veneti? Tra i loro difensori c’è qualcuno particolarmente impegnativo?
«Il Padova è squadra con una rosa costruita per la Serie A, su questo non ci piove. Quindi sarà una partita molto impegnativa e difficile. Sugli avversari non faccio un singolo nome: conosco un po’ dei loro difensori ma non così bene per dare giudizi precisi».
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