Merletti: “Privatizzare per le imprese è meglio”

Il presidente di Confartigianato interviene sul come “aprire il mercato. «La storia insegna: 20 anni fa furono lanciate le prime liberalizzazioni nel nostro Paese. Senza quelle oggi saremmo come la Grecia»

Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Varese, interviene sul come “aprire il mercato”. «Liberalizzare o privatizzare sono concetti che non hanno ancora fatto del tutto breccia, in modo lineare e nella loro normalità, nel processo economico. Eppure le imprese, soprattutto quelle micro e piccole, sono convinte del fatto che privatizzare sarebbe meglio. La troppa ingerenza pubblica nel funzionamento delle cose rischia di bloccare gli ingranaggi dell’imprenditoria. Il monopolio non è adatto a chi vuole dirsi competitivo e pronto all’internazionalizzazione».
«Si rischia – continua il presidnete di Confartigianato – che le vecchie formule del mercato intorpidiscano l’impresa. La costringano a scelte non ottimali dal punto di vista dell’efficienza e del benessere anche collettivo. L’Ocse ritiene che le liberalizzazioni hanno alimentato la crescita e migliorato il benessere dei consumatori. Ma non possiamo pensare ad un’Italia europea dove l’impresa paga di tasca propria la mancanza di concorrenza. Tariffe per l’energia, per esempio, ma anche costi burocratici, servizi bancari…»
Il processo di privatizzazione dev’essere avvicinato con cautela: se si privatizza prima di aver liberalizzato si corre il rischio che il proprietario unico voglia da subito ottimizzare ed aumentare i guadagni senza porsi altri obiettivi.  «Possiamo affermare, dunque – incalza Merletti – che i servizi gestiti in concorrenza sarebbero la soluzione migliore. Con l’intervento del pubblico da considerarsi “uno fra i tanti”. È per questo che la micro e piccola impresa è riuscita ad affermare le sue peculiarità produttive anche nei momenti di crisi: perché la concorrenza la rende elastica, attiva, disposta a lavorare con idee nuove e ad inventarsi prodotti che sono vincenti sul mercato. Meno restrizioni si hanno, meglio è: questo è il principio che muove, oggigiorno, le imprese di Confartigianato. Con ciò non si vuole solo introdurre il concetto di legalità – punto fermo per chi vuole fare impresa – ma anche quelli di flessibilità e rapidità nel processo produttivo così come nelle decisioni».
Secondo il presidente di Confartigianato, privatizzare farebbe dunque un gran bene. «Ridurrebbe la presenza della politica sulle imprese- sottolinea Merletti –  aumenterebbe la credibilità della politica pubblica, migliorerebbe il rating di mercato dello stato sovrano per generare poi ricadute positive sugli spread. Poi si sarebbe in grado di “fare cassa” a favore dello Stato e si potrebbero risanare i conti pubblici. A questo punto penso che liberalizzazione e privatizzazione siano veramente gli unici rimedi contro i disequilibri dell’economia italiana: scarsa crescita e debito pubblico alle stelle. La storia insegna: vent’anni fa furono lanciate le prime liberalizzazioni nel nostro Paese. Senza quelle oggi saremmo come la Grecia. Privatizzare significa inviare un segnale forte e deciso ai mercati e, questa volta sì, incidere direttamente sulla sfera della legalità perché si eviterebbero clientelismo e corruzione. La privatizzazione è l’unico mezzo per evitare che il debito si gonfi ulteriormente. Più concorrenza sarebbe utile a tutti: per ottenere servizi migliori a costi minori, per aumentare l’efficienza del sistema, per dare agli imprenditori nuove occasioni di business ed aprirsi a settori anche sperimentali e innovativi». 

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Pubblicato il 20 Ottobre 2011
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