Varese fatica e felicità: battuta la Juve Stabia

A Masnago i biancorossi piegano con difficoltà l'ottima neopromossa campana (2-1). Carrozza apre le danze dopo 22 secondi, Cellini le chiude a metà ripresa, poi Bressan para tutto sino al termine

Quarta vittoria su cinque per il Varese di Maran e parti alte della classifica che tornano a essere di casa per i biancorossi. La 12a giornata di Serie B regala piacevoli sensazioni al pubblico di Masnago che però, per assaporarle pienamente, deve aspettare l’ultimo minuto di recupero. Il Varese infatti batte 2-1 la Juve Stabia con gol “alla Inzaghi” di Cellini (terza rete: è il capocannoniere della squadra) ma le “vespe” campane si sono dimostrate un ottimo avversario. Una neopromossa d’assalto che – nessuno si offenda – avrebbe davvero meritato il pareggio: non a caso Bressan è stato ancora una volta decisivo. A maggior ragione però vanno applauditi i biancorossi che hanno dato retta al proprio allenatore e sul campo hanno davvero sudato ogni centimetro quadrato di maglietta: per guadagnare i tre punti bisognava giocare con tanta fame di risultato e così è stato. Buona nel complesso la prova del Varese, illuminata dalle giocate di Zecchin (di Bressan abbiamo già detto) ma pure da un primo tempo eccellente di Carrozza, un po’ calato alla distanza. Bravi anche i difensori con Camisa in evidenza mentre piuttosto è stata la coppia Corti-Kurtic a faticare un po’. Martedì si va a Pescara, a casa-Zeman, e in retroguardia servirà di nuovo la massima attenzione: non c’è tempo di tirare il fiato ma forse è meglio così.

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Varese-J. Stabia 2-1 4 di 15

COLPO D’OCCHIO – Giornata autunnale piuttosto piacevole a Masnago dove si affrontano per la prima volta Varese e Juve Stabia, neopromossa terribile con il solo torto di una penalità che ne rovina un po’ la classifica. Non tantissima gente sugli spalti dove arrivano un centinaio di tifosi campani. Tra il pubblico anche un campione di nuoto, l’americano Randall Bal, già iridato nei 50 dorso. Qualche problema all’ingresso per via di un black out ai tornelli installati lo scorso anno. Da segnalare, a partita già in corso, un bello striscione della curva nord dedicato alla memoria di Marco Simoncelli.

CALCIO D’INIZIO – Rolando Maran conferma la formazione prevista alla vigilia, quella cioè con Martinetti e Cellini in attacco, unica posizione dove poteva esserci ballottaggio. Nella Juve Stabia l’unica cosa da annotare è la presenza nell’undici titolare di Di Tacchio al posto di Scozzarella, a disposizione ma non ancora al meglio dopo il recente infortunio.

IL PRIMO TEMPO – Neppure il tempo di dare il via al cronometro e l’arbitro Irrati deve già estrarre il taccuino per un ottimo motivo, il vantaggio del Varese. Carrozza (al centro nella foto dopo il gol) ci mette 22” a involarsi sulla trequarti, leggermente sulla sinistra e a far partire una sventola di destro che si infila sotto la traversa per il primo boato di Masnago.
Un gol che gela gli ospiti, per diversi minuti incapaci di reagire anche se Camisa al 10’ è bravo a intervenire in scivolata per interrompere lo scambio tra Sau e Danilevicius. Un paio di altri tentativi ospiti non troppo pericolosi precedono la “accensione” di Giampietro Zecchin che da qui in avanti sale in cattedra. Si inizia al 19’ con un dribbling a destra con tiro parato a terra da Colombi, si procede con un passaggio delizioso e rasoterra per Carrozza che purtroppo calcia male. E ancora, due punizioni simili (una per lato del campo) a cercare la testa di Cacciatore che prima colpisce centrale e poi manda alto di poco. Nel mezzo c’è tempo per un corner molto insidioso calciato da Erpen, che mette in seria difficoltà la difesa del Varese. Le due squadre si affrontano a viso aperto e dimostrano buone capacità tecniche; il Varese prova a essere più aggressivo e proprio su una palla rubata in difesa nasce al 37’ una palla gol evidente. Kurtic fa lancia Zecchin che si invola a sinistra e poi serve Cellini con i biancorossi in superiorità numerica; il centravanti però non tira subito né serve Martinetti e così Dicuonzo può salvare in extremis. Il classico “gol sbagliato gol subito”, perché tre minuti dopo la Juve pareggia: palla verso il limite dell’area, respinta di Troest che manda la sfera tra i piedi di Riccardo Cazzola (nessuna parentela con il varesino Umberto). Il centrocampista campano prova la battuta al volo e il suo destro si insacca imparabile alla destra di Bressan.

LA RIPRESA – Si riparte senza Martinetti ed Erpen ma con Neto Pereira e Raimondi al loro posto. Proprio quest’ultimo al 6’ si mette in luce grazie al centrocampo del Varese che lo “dimentica” sulla trequarti: il suo destro è forte ma trova pronto Bressan che mette in corner. La partita si addormenta per una decina di minuti, finché è di nuovo Raimondi a mettere paura al Varese, ancora con un tiro dal limite molto angolato, che Bressan neutralizza da campione.
Ma è proprio nel momento in cui la Juve Stabia sta premendo arriva il raddoppio del Varese, al 19’ della ripresa, per merito di Cellini. Nasce tutto da Carrozza che scappa a sinistra e mette in area un cross per la testa di Neto: il brasiliano ci arriva e impegna Colombi che può solo respingere ma non può evitare la ribattuta in porta di Cellini, bravo a farsi trovare pronto in area. Braglia rischia il tutto per tutto, inserendo Mbakogu e Mezavilla per appesantire l’attacco dove restano Sau e Danilevicius; dall’altra parte c’è Pucino per Grillo. Il Varese prova a coprirsi e a ridurre il rischio e ci riesce fino al 35’ quando è di nuovo Bressan a compiere il miracolo. Su punizione di Di Tacchio si avventano in molti e la deviano in due, Danilevicius e Scognamiglio, ma il portierone tiene i nervi saldi e blocca la palla proprio sulla linea. Poco dopo però è il Varese a non sfruttare l’occasonissima: azione prolungata di Zecchin e assist perfetto a Cellini che al posto di tirare serve Neto: il brasiliano però non si accorge della cortesia e non riesce a deviare a porta quasi vuota. Saltano gli schemi e la Juve Stabia si riversa all’attacco: Corti si immola su Mezavilla ben servito da Sau al limite, poi Molinari trova un gran destro da fuori che sfiora l’incrocio. Al 43’ ci prova da 35 metri Di Tacchio di sinistro ma Bressan e il palo evitano il pareggio. L’ultimo brivido al 3’ di recupero con una punizione concessa alle “vespe”: la batte Sau che prova la pennellata ma la palla è di poco alta e il sospiro di sollievo si sente fin sulla vetta del Campo dei Fiori. Un sospiro che vale tre punti.

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Pubblicato il 29 Ottobre 2011
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