Varese-Padova: dopo quattro mesi è ancora duello
Venerdì (20,45) il "Franco Ossola" ospita il match che fu semifinale playoff. Maran è all'esordio casalingo e non avrà Neto: «Dare tutto fino alla fine, come a Empoli». Veneti tra i favoriti per la A
Inutile dire che tutte le partite sono uguali. L’anticipo della decima di Serie B che si giocherà alle 20,45 del venerdì sera racchiude in sé un brivido particolare: Varese-Padova è stata (lo sanno tutti) una splendida semifinale playoff nel campionato scorso ma alla fine le due formazioni biancorosse sono rimaste a braccetto nella serie cadetta. Il primo confronto diretto dunque non può che riportare alla mente quel testa a testa di giugno, bellissimo e tremendo, vinto dai veneti con l’invenzione del loro piccolo genio El-Shaarawy (ora al Milan) dopo la stoccata del nostro baby-prodigio, Beppe De Luca. Se aggiungiamo che oggi il Padova aspira con forza alla promozione (e ha fatto un mercato principesco, compreso l’acquisto di Willy Osuji) e che il Varese con Rolando Maran in panchina ha riassaporato momenti di gloria, il quadro è completo e dà al match di Masnago un’atmosfera intrigante.
NIENTE NETO – Il tecnico trentino dovrà disegnare il proprio undici senza il giocatore dotato di maggior talento puro, Leo Neto Pereira, uno che nei playoff fece esplodere di gioia lo stadio segnando il momentaneo 2-0 (foto sotto) al quarto d’ora. Maran però, dalla partita di Empoli, ha la certezza di avere a disposizione tre giocatori in grado di giostrare all’attacco, De Luca, Martinetti e Cellini: due di loro avranno la maglia da titolare, il terzo non si preoccuperà più di tanto visto il fiuto del mister sulle sostituzioni. «Ora mi date del mago perché ho indovinati i cambi a Vicenza ed Empoli, me lo prendo volentieri perché capiterà in futuro di sentirmi dire che non ne azzecco una – sorride Maran – Scherzi a parte, il merito non va a me ma ai ragazzi che sono subentrati e si sono subito resi utili».
L’allenatore biancorosso non svela il Varese che vedremo ma nell’aria non ci sono di certo rivoluzioni, al massimo qualche accorgimento. Via dunque con il 4-4-2 dove la difesa pare confermata in toto; gli unici ballottaggi paiono quello in attacco di cui abbiamo detto e quello tra gli esterni dove ci sono tre purosangue (Carrozza, Nadarevic e Zecchin) che meritano attenzione. Solo due però giocheranno e potrebbero essere i primi, nonostante Maran continui a lodare il «piede di Zecco, un’arma in più sulle palle inattive».
SAGOME IN CAMPO – A proposito di palle inattive, sul prato di Masnago sono comparse le sagome che simulano la barriera, per affinare la tecnica dei calciatori di punizioni. Un segnale piccolo (le usano in tanti, ma quest’anno erano rimaste in magazzino) ma che dimostra la meticolosità di Maran: «Tanti gol nascono su giocate da palla ferma e molte situazioni possono essere allenate, un lavoro che fa bene anche agli specialisti. Da quando sono arrivato ho avuto poco tempo per curare i particolari ma è bene migliorare tutti gli aspetti del gioco: ogni cosa aiuta a vincere».
"Migliorare" è forse il verbo preferito del coriaceo allenatore che, pur sorridendo dei successi ottenuti nelle prime partite, ricorda a se stesso e ai suoi giocatori che «bisogna sempre fare di più, uscire dal campo certi di avere dato il massimo. Come è successo a Empoli, dove ci abbiamo creduto fino alla fine e siamo stati premiati». Per Maran quello con il Padova (che l’anno scorso castigò quand’era alla guida del Vicenza) è un esordio importante: «Sono alla prima partita in casa con il Varese, conosco questo campo e mi ricordo bene il calore che si percepisce. Non vedo l’ora di uscire dagli spogliatoi e sentirlo sulla mia pelle».
LUTTO DAMONTE – La lista dei convocati del Varese è piuttosto ristretta. Con quattro assenze per infortunio (oltre a Neto anche Cazzola, Momenté e Terlizzi) e il terzo portiere Milan aggregato alla Primavera restano 19 gli uomini a disposizione tra cui Franco Lepore, che a Empoli ha riassaporato almeno la panchina. Tra gli assenti c’è anche il giovane centrocampista Damonte, lasciato libero dalla società per via del lutto che lo ha colpito: è infatti morto l’amato nonno. A lui e famiglia le condoglianze di VareseNews e di tutto il popolo biancorosso.
LO SPAURACCHIO – Al solito, mister Maran non ama fare nomi però stavolta indica con precisione la zona del campo in cui il Varese dovrà prestare attenzione massima. «Non cambiamo il nostro modulo ma ogni volta pensiamo ad alcuni accorgimenti per mettere in difficoltà gli avversari. A mio parere il Padova oltre ad avere un attacco notevole presenta anche enorme qualità sulla trequarti: lì dovremo essere bravi a non farli ragionare». E il cervello per antonomasia della squadra di Dal Canto è senz’altro Vincenzo Italiano, tra l’altro autore del rigore che diede l’1-0 ai padovani nell’andata dei playoff. Piedi buoni e visione di gioco ancor migliore, Italiano corre addirittura il rischio di partire dalla panchina considerando che le alternative si chiamano Marcolini e Milanetto. Tutti uomini da tenere assolutamente d’occhio, e per questo anche i centrocampisti sono chiamati al sacrificio quando la palla è tra i piedi degli ospiti.
Varese – Padova (probabili formazioni)
Varese (4-4-2): Bressan; Cacciatore, Troest, Camisa, Grillo; Carrozza (Zecchin), Corti, Kurtic, Nadarevic; Martinetti, De Luca (Cellini). All. Maran.
Padova (4-3-3): Perin; Legati, Portin, Schiavi, Renzetti; Milanetto, Italiano, Bovo; Cutolo, Cacia, Drame. All. Dal Canto.
Arbitro: Baracani di Firenze (Marrazzo e Posado, IV° uomo: Penno)
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