L’ispettore in cella: “Quei soldi? Un regalo per averla aiutata “

L'addetto allo sportello immigrazione del commissariato di via Candiani parla di un dono ricevuto per aver concluso una pratica giacente relativa alla madre. Nega di averne ricevuti altri prima e si dice dispiaciuto per il trattamento subito

Ha scelto la via del romanticismo C.L., l’ispettore di Polizia arrestato giovedì scorso nel commissariato dove lavorava da 25 anni a Busto Arsizio con l’accusa di concussione nei confronti di una donna ivoriana. Nel rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del tribunale Nicoletta Guerrero che lo ha interrogato questa mattina, sabato, ha detto subito di grosso equivoco e di poter spiegare tutto. Quei soldi – avrebbe sostenuto – sono un regalo da parte della signora ivoriana perchè avrebbe avuto un occhio di riguardo nei confronti della di lei madre, sbloccandogli una pratca di regolarizzazione giacente da tempo. La linea difensiva di C.L. è apparsa poco credibile al giudice dato che la presunta mazzetta contestatagli in flagranza era di 500 euro, un po’ troppo per una signora disoccupata.

Nega di anche di averne ricevuta un’altra da 700 euro e respinge ogni altro possibile addebito. Inoltre l’ispettore ha dichiarato di essere stato trattato male al momento dell’arresto e anche nello stesso carcere. Alla vigilia dell’interrogatorio si pensava si avvalesse della facoltà di non rispondere mentre ha tentato, seppur in maniera difficilmente credibile, di difendersi. Le indagini, intanto, proseguono e non è da escludere che verranno portati altri elementi al fascicolo, gestito dal magistrato titolare dell’indagine Pasquale Addesso. Ora la giudice dovrà decidere se confermare la misura cautelare in carcere. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Dicembre 2011
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