Vola sulle piste… seduto sul monosci

Tetraplegico in seguito ad un incidente stradale il varesino Marco Carabelli racconta la sua ritrovata autonomia attraverso lo sport

«La spinta più forte per tornare a sciare dopo l’incidente? Il parere contrario dei medici che mi davano l’idoneità solo per praticare il nuoto».
Parole e musica di Marco Carabelli, ventottenne bustocco, residente a Mornago. Nel 2002 Marco è seduto sul sedile posteriore di un’auto in compagnia di amici. Il conducente ha un colpo di sonno e Marco si ritrova in un letto d’ospedale, tetraplegico.
«Praticavo lo sci a livello agonistico. Non ancora del tutto consapevole della mia nuova condizione chiesi subito in unità spinale se e come avrei potuto riprendere il mio sport preferito. Come già detto la prima risposta non fu incoraggiante. Accettai il consiglio dei medici anche perché mi convinsero che il nuoto avrebbe contribuito ad irrobustire la mia
muscolatura del post incidente. Dopo neanche un anno dalla mia dimissione esordivo ad Abano Terme ai Campionati Italiani Assoluti di nuoto FISD, ora Comitato Paralimpico, laureandomi campione italiano nei 50 stile e 50 dorso. Successivamente ho partecipato ad altri 5 campionati italiani collezionando in totale 11 ori un argento e un bronzo oltre a diversi record nazionali di categoria».

«Ma è il 2006 l’anno della svolta
, quello che mi ha permesso di ricominciare a vivere divertendomi, di riassaporare certe sensazioni e certe emozioni. L’occasione arrivò mentre assistevo alle gare delle Paralimpiadi Invernali di Torino 2006 a Sestriere. E’ li che ho conosciuto la persona a cui devo tutto e a cui sarò per sempre riconoscente: il maestro di sci e mio vicino di casa Nicola Busata, ormai diventato un fratello maggiore, un guru. Insieme ad altri amici e appassionati Nicola ha fondato l’associazione Freerider Sport Events che ormai da tempo insegna lo sci a normodotati e disabili. Precursori dell’integrazione attraverso lo sport. Entrambi ci siamo messi in gioco e ci siamo fatti "un mazzo tanto" perchè la sfida era una di quelle impossibili. Avendo una lesione cervicale completa c6/c7, equilibrio e muscolatura sono ridotte praticamente al minimo. Dopo un anno fatto di weekend di voli, cadute, tagli vari ed ematomi, ho riacquistato la tanto sognata autonomia sugli sci. La sfida è stata vinta!». 

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Campione di sci…. in carrozzina 4 di 10

Marco Carabelli sul monosciComunicazione e informazione in tema di sport per disabili. C’è ancora chi la ritiene di

scarsa utilità. Purtroppo anche tra gli addetti ai lavori: Istituzioni, Enti, media. 
«Per chi si ritrova in un letto d’ospedale con davanti un futuro da riscrivere comunicazione e informazione sono aspetti vitali. Spero che gli addetti ai lavori di cui parli vadano al più presto in pensione per non dire altro. Durante la degenza in unità spinale a Niguarda ho avuto la possibilità di provare diversi sport: tennis tavolo, nuoto, calcio balilla, tiro con l’arco e hand bike. L’informazione di CIP e INAIL, come del resto quella di tutti gli organi di stampa, è chiaramente insufficiente. Una situazione che penalizza la crescita del movimento dello sport paralimpico. Figuriamoci quello
di base. Loro per primi devono far sapere e capire alla gente, che anche se abbiamo una disabilità, siamo persone e atleti. Lavoriamo e facciamo sacrifici e allenamenti faticosi, come e più degli altri per rimetterci in gioco dopo un dramma che ha stravolto la nostra vita e quella dei nostri cari».
 
Passione per lo sci e tifoso?
«Tifoso milanista. Tifosissimo, per non dire malato, della Pallavolo Yamamay Busto Arsizio. Seguo le “le farfalle” in casa e qualche volta in trasferta. In occasione del gala dello sport disabili 2011 al Teatro Vela di Varese (sento dire che è stata l’ultima edizione…non scherziamo!) ho conosciuto il D.G. Massimo Aldera e il Responsabile Marketing Enzo Barbaro, persone straordinarie. Anche il resto della squadra e dello staff tecnico sono persone davvero speciali a cominciare dal presidente Michele Forte.
Prima di ogni partita non mancano mai di fare un saluto ai tifosi su quattro ruote».
 
Al palazzetto o allo stadio in autonomia?
«Per quanto mi riguarda l’accessibilità quella dei palazzetti è decisamente superiore a quella degli stadi, sia per il posizionamento delle carrozzine che per le modalità di accredito».
Autonomia nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, nel divertimento e nella pratica sportiva. Sei un esempio ideale per chi è nelle tue stesse condizioni, molti più di quanto la gente comune possa pensare.
«Veramente il lavoro non ce l’ho e sinceramente non ci metto grande impegno per trovarlo. Per il resto me la cavo. Conosco molti altri ragazzi tetraplegici e la maggior parte di loro non fanno sport, per mancanza di opportunità ma anche per la paura di rimettersi in gioco attraverso lo sport. Certo, per i tetraplegici qualsiasi azione quotidiana può essere difficoltosa, figuriamoci praticare una disciplina sportiva. Però il messaggio che voglio dare è quello di non avere paura di confrontarsi. Si perchè lo sport è anche un mezzo utilissimo a far crescere autostima e consapevolezza nei propri mezzi. Aiuta a spingere sempre più in là i propri limiti. Lo sport è aggregazione e integrazione. Per quanto mi riguarda lo sport mi ha fatto conoscere moltissime persone che mi hanno aiutato a recuperare ciò che per chi come me vive in carrozzina è ossigeno puro: l’autonomia».
 
La neve scarseggia ma la tua stagione sciistica è già iniziata.
«Certo che si! Da solo e con i miei amici della Freerider Sport Events. Con loro sarò a metà gennaio in Abruzzo, a Roccaraso, e poi, a fine mese, tre giorni sull’Etna insieme a tanti nuovi “colleghi” siciliani. Più saremo e meglio staremo. Chiunque vuole essere dei nostri non ha che accendere un pc e scrivere in un qualsiasi motore di ricerca: www.freeridersportevents.com».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Gennaio 2012
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