Cava di Cantello, il fronte del “no” in assemblea
Assemblea dal titolo "La Cava (non) è inevitabile”, convocata dalle associazioni che si battono contro la riapertura della cava dei Tre Scali in Valle Bevera, sul territorio del comune di Cantello
Si è svolta lunedì 2 aprile a Cantello l’Assemblea “La Cava (non) è inevitabile”, convocata dalle associazioni che si battono contro la riapertura della cava dei Tre Scali in Valle Bevera, sul territorio del comune di Cantello, ma a poche centinaia di metri dal confine con Varese.
L’assemblea, come facile prevedere, è stata molto partecipata, con un pubblico che ha completamente riempito la sala consiliare (che può ospitare circa 150 persone) e molti interventi, sia delle associazioni che compongono il comitato, sia delle forze politiche (intervenuti Reina della Lega Nord, Pitarresi della FDS e Cordì di SEL) ma anche l’amministrazione comunale col sindaco Vincenzi e la dottoressa Oggioni, agronoma, coautrice di un lungo e dettagliato studio sul valore ambientale della Valle della Bevera che porta nuovi elementi contro la riapertura della cava e che verrà consegnato a tutti i consiglieri regionali.
Per le oltre 40 associazioni si sono espressi, oltre al coordinatore Angelo Mina, Amici della Terra, Acquaria, Arci, Federcaccia, Legambiente e molti privati cittadini, che hanno ribadito e riassunto nuovamente le ragioni per cui unanimemente il territorio ritiene ovvia la non riapertura di quella che nacque, negli anni ’60, come una cava abusiva che oggi non ha alcun bisogno di recupero perché, a 25 anni dalla chiusura imposta dall’autorità giudiziaria, si è già, ampiamente, rinaturalizzata.
Gli argomenti, del resto sono stati molti: il pericolo per la falda, l’impatto sul traffico urbano, il costituendo Parco della Bevera, la tutela del paesaggio e le molte grandi opere che già insistono su quello stesso territorio.
Al termine l’assemblea ha adottato una risoluzione, concepita come un appello, con cui richiede al consiglio regionale di esprimersi rapidamente per lo stralcio, seguendo la raccomandazione unanime del consiglio provinciale di Varese, cioè dell’organo a cui la legge assegna il compito di proporre il piano cave alla Regione.
Lo stralcio che, dopo il via libera della commissione territorio e ambiente della regione, era in ordine del giorno già martedì, potrebbe ora venire rinviato di qualche giorno a seguito della richiesta del consigliere Azzi di sollecitare un nuovo parere all’Arpa.
Una richiesta che va nella direzione di una maggiore garanzia anche se, naturalmente, Arpa non avrà il tempo di effettuare nuove analisi e dovrà quindi basarsi sui documenti già in suo possesso che, salvo non venga acquisito lo studio recentemente commissionato dal Comune di Cantello, sono esclusivamente quelli prodotti dalla società titolare della cava.
Nei prossimi giorni il Coordinamento delle associazioni invierà e renderà pubblico il documento scritto per i consiglieri regionali, mentre contemporaneamente si attende anche la decisione del Consiglio di Stato sollecitato dalla Provincia che chiede, almeno, di non dover autorizzare la riapertura della cava finchè non ne sia stato definito il destino.
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