Cna: meglio una patrimoniale una tantum

Resi noti i risultati del 14mo questionario sulla crisi. Da quest’anno anche le imprese associate delle provincie di Como e Lecco

Cosa misura il termometro delle opinioni delle imprese associate della provincia di Varese in merito ai provvedimenti del Governo Monti e in materia di evasione fiscale? E qual è il loro andamento economico? Le risposte a questi interrogativi le forniscono i risultati del questionario Cna (Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) di Varese sulla crisi, somministrato alle imprese nella prima metà di marzo. Si tratta dei primi risultati del 2012 e del quattordicesimo questionario dall’inizio di questa crisi inedita e inusuale. Con una novità: quest’anno anche le imprese associate delle provincie di Como e di Lecco, contemporaneamente con Varese, hanno risposto ai quesiti proposti, fornendo il dato di un tessuto economico interprovinciale omogeneo per valutazioni e aspettative.

I dati di Varese – I risultati della nostra provincia confermano che, pur caratterizzati da pragmatismo e concretezza, artigianato e piccola impresa hanno dovuto sopportare la pesantezza della congiuntura economica. Il 41% delle imprese dichiara che l’andamento della propria attività è peggiorata rispetto all’anno precedente (in aumento: a dicembre 2011 erano il 32%), va male il 9% delle imprese, mentre soltanto il 12% dichiara che l’andamento è positivo (dato comunque in aumento, rispetto a dicembre 2011, 8%, periodo di caduta dopo il dato di settembre 2011, 19%). Per il 38%, la situazione è stazionaria.

Fine della crisi e priorità – Le opinioni in merito alla fine della crisi, raccolte ad aprile dello scorso anno, sono assai discordanti, e formano due grandi blocchi contrapposti: il 43% sostiene che ci sia un miglioramento che però non riguarda tutti i settori; un altro 40%, invece, dichiara che la crisi non è ancora finita. Secondo il 17%, mancano gli strumenti adatti per uscirne. E, in ordine di importanza, elencano le priorità che le Istituzioni dovrebbero privilegiare: una politica di reale riduzione delle tasse (42%), una seria politica industriale (31%), l’attuazione del federalismo fiscale al più presto (14%) e la creazione di condizioni per una reale libertà di impresa (11%).

Governo Monti e futuro dell’economia – Secondo gli artigiani di Varese, al Governo è mancato il coraggio di incidere realmente su sprechi e rendite di posizione. Anche se nessuno dichiara di rimpiangere i precedenti Governi, il 68% ritiene che l’esecutivo di Monti sia debole con i forti e forte con i deboli, mentre soltanto l’8% dichiara il proprio apprezzamento e un imprenditore su quattro lo giustifica sostenendo che nelle condizioni date non è possibile fare di più. Il 35% sostiene che la situazione è grave ma occorre prepararsi al peggio, che deve ancora venire; secondo il 46%, è arrivata l’occasione per assumere misure impopolari. E c’è anche chi dichiara che potrebbe essere l’occasione per uscire dall’Euro (9%). A proposito dell’incremento dell’IVA, il dato è di settembre 2011: secondo il 48% alimenterà l’inflazione e deprimerà i consumi; il 36% dice che avrebbe preferito un’imposta patrimoniale una tantum e il 15% sostiene che fosse una misura obbligata, e che non si potesse fare altro.

Evasione fiscale – Dopo la decisione con la quale il Governo Monti ha affrontato il tema della lotta all’evasione fiscale e gli episodi di “spettacolarizzazione educativa” in tutta Italia, le risposte degli artigiani fanno trasparire una forte sensibilità in merito alle accuse troppo spesso semplicistiche di essere evasori. Chi evade è disonesto, dicono, ma quasi un imprenditore su quattro distingue: c’è chi evade per arricchirsi ma anche chi evade per sopravvivere (il 9% esprime questa opinione e il 17% dichiara che il vero problema siano gli evasori totali).

Il commento del Presidente Cna Varese Franco Orsi dichiara: «Sono dati che attestano, nella sostanza, la fase di disagio e di difficoltà che tante imprese artigiane della Provincia stanno attraversando e che trovano ulteriore conferma nelle molte pratiche di cassa integrazione istruite nei prime mesi del 2012, dalla diminuita richiesta di credito segnalata dai consorzi Fidi e dalle dinamiche dell’Albo delle imprese artigiane che registrano avvii di attività fermi al 2011 e cessazioni aumentate di oltre il 15 %. Scorrendo gli esiti delle rilevazioni precedenti e comparandoli con gli attuali pare di cogliere uno situazione di stallo che, evidentemente, potrà essere risolta in senso positivo o negativo a seconda dell’operato delle Istituzioni e in primo luogo di un Governo al quale, oltre le valutazioni di merito, le imprese riconoscono comunque dignità di interlocuzione. Vale poi la pena spendere due parole sul fatto che una categoria tacciata e proposito e a sproposito di evasione fiscale consideri invece la questione nella sua gravità e ritenga, a larga maggioranza, che debba essere combattuta con risolutezza e serietà. La sensazione è che i prossimi mesi saranno decisivi ma che le risorse e la volontà per uscire in positivo da questa situazione difficile non manchino: la Cna intende agire con grande senso di responsabilità ma non intende mollare sul fronte della rappresentanza di una categoria che tanto ha dato e tanto può ancora dare alla crescita del nostro Paese».

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Pubblicato il 10 Aprile 2012
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