Dalla Bulgaria a Somma per studiare la centrale idroelettrica

Un gruppo di venti ragazzi di una scuola di Dobrich è arrivato a visitare la struttura Enel Green Power nell'ambito del Programma Europeo Leonardo da Vinci

Si è appena conclusa la vista dei venti studenti iscritti al quarto e quinto anno dell’Istituto professionale “V. Lomonosov” di Dobrich, in Bulgaria, e di due dei loro insegnati giunti a Somma Lombardo per ammirare da vicino la centrale Enel Green Power di Porto della Torre.
La visita rientra nell’ambito del Programma Europeo Leonardo da Vinci che ha come obiettivo quello di sviluppare l’occupazione e migliorare la formazione professionale in ambito europeo, e all’interno del progetto "Green Thinking through European training in Italy".
Il programma scolastico dell’istituto professionale prevede fra gli insegnamenti lo studio dei sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. I ragazzi hanno così potuto studiare da vicino, grazie alla guida esperta del personale tecnico di Enel, quanto imparato fra i banchi di scuola apprezzando la bellezza del progetto ingegneristico e artistico della Centrale di Porto della Torre, armoniosamente collocata all’interno del Parco del Ticino.
La decorazione dell’arredo interno della centrale fu infatti affidata al noto architetto Gio Ponti e al suo collaboratore, l‘architetto Giancarlo Pozzi, il 24 dicembre 1954. Mentre il disegno della parete, che riproduce lo schema dell’impianto, venne affidato allo scultore friulano, Romano Rui.
«Siamo molto onorati di aver ospitato questi ragazzi – sottolinea Corrado Coletta, responsabile Unità di Business Lombardia di Enel Green Power – e mostrato loro il funzionamento di questa centrale idroelettrica che da circa sessant’anni produce elettricità pulita e rinnovabile, contraddistinguendosi per la sua strategicità nell’ambito della regolazione del lago Maggiore».
L’impianto funziona ininterrottamente dal 1955 e grazie alla potenza installata di 10650 kW, produce mediamente in un anno circa 64milioni di kilowattora, pari ai consumi di circa 24.000 famiglie.
L’impianto, caratterizzato da una diga che sbarra il fiume Ticino alcuni chilometri a valle del lago Maggiore, si configura come “centrale ad acqua fluente”, la cui produzione è per larga parte influenzato dai grandi serbatoi siti in corrispondenza delle alpi occidentali e svizzere, quest’ultime alimentanti il “lago Verbano” attraverso il fiume Ticino svizzero.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Aprile 2012
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