Elcon: “Il comitato diffonde falsità per creare allarmismo”

La società israeliana risponde al neonato comitato "Valle Olona Respira" che si è costituito nei giorni scorsi e sottolinea il ruolo di un gruppo di cittadini di Casalpusterlengo: "Bisognerebbe farsi delle domande sul loro attivismo a Castellanza"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Bp Sec, società di consulenza di Elcon, gruppo israeliano che intende depositare un progetto in Regione Lombardia per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti chimici all’interno del polo chimico di Castellanza.

In questi giorni diversi organi d’informazione hanno riportato un resoconto dell’assemblea tenutasi sabato scorso a Castellanza per la presentazione di un Comitato contrario all’insediamento nell’area ex Montedison dell’impianto di trattamento di rifiuti chimici Elcon. Ci preme di segnalare, a beneficio di un confronto basato sulla verità dei fatti, come in quella sede sono state diffuse diverse falsità tali da fuorviare l’opinione pubblica. Tra le più gravi sono le affermazioni riportate da due membri del comitato “Casale Respira” di Casalpusterlengo (cittadina distante oltre 80 chilometri: bisognerebbe farsi delle domande su tutto questo attivismo a Castellanza di tali persone). Si afferma che “il processo di ossidazione termica, previsto per lo smaltimento dei rifiuti chimici, dimostrerebbe che l’impianto non sarebbe nulla di diverso da un inceneritore”. Invece per lo smaltimento dei rifiuti non è per nulla previsto un processo di ossidazione termica, bensì un trattamento chimico fisico, proprio la caratteristica che esclude la tecnologia Elcon dalla categoria degli “inceneritori”, nelle cui norme infatti l’impianto non rientra. Ci tocca ribadire che chi assimila questo presidio a un inceneritore lo fa unicamente col proposito di far presa sulle preoccupazioni della popolazione.

Ma ancora più in là si è spinto il secondo attivista di Casal Pusterlengo, affermando che “a Castellanza l’impianto andrebbe a bruciare 500 tonnellate di rifiuti chimici al giorno, come l’intera regione Lombardia”. Qui siamo alla più palese mistificazione. A parte il fatto che la regione produce ogni giorno 54.800 tonnellate di rifiuti speciali (di cui 3mila inviate a inceneritori) chiunque abbia anche solo dato un’occhiata ai dati divulgati da Elcon e Bpsec sa che delle 500 tonnellate previste come massimo in ingresso, l’80% è rappresentato da acqua che, opportunamente trattata, rientra nei parametri per essere inviata alla rete fognaria, la parte rimanente viene invece ridotta a fanghi essiccati, da smaltire in discariche.

È stato inoltre affermato che l’incompatibilità dell’impianto “è dimostrata” anche dall’aumento del traffico dovuto ai camion. Non si comprende chi e in base a che dati abbia dimostrato tale incompatibilità. Ricordiamo che ai tempi del pieno funzionamento del polo Montedison arrivavano all’impianto oltre 100 camion al giorno, mentre quelli previsti per l’impianto Elcon sono tra i 25 e i 30 e la società che si è dichiarata ripetutamente disponibile a studiare col territorio l’aspetto viabilistico del progetto, di modo che tale impatto possa essere neutralizzato.

È facile fare presa su un’opinione pubblica che in gran parte non ha il tempo per approfondire questi temi e legittimamente si preoccupa della salute e dell’ambiente. Ma la campagna contro la Elcon, che ultimamente ha compreso anche la squallida strumentalizzazione dell’infanzia (falsa lettera di una scolara distribuita fuori da una scuola) e diffamazioni su Facebook, sta francamente travalicando i limiti della decenza. È giusto che ognuno si faccia la propria opinione sull’impianto proposto, ma deve essere messo in grado di farlo valutando le realtà di fatto. Diffondere falsi allarmi strumentalizzando i timori della gente per motivi che solo nella migliore delle ipotesi sono mero opportunismo e ricerca di visibilità, non aiuta il dibattito.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Aprile 2012
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