Emergenza casa, un progetto del Comune per superarla

Aumentano gli sfratti e la domanda di alloggi "popolari": il Comune risponde con un sistema che aiuti a superare la difficoltà. E con un nuovo sistema per realizzare case popolari

Un’idea nuova per affrontare il problema della casa e i suoi diversi aspetti: il progetto si chiama Oikia (casa in greco, ma anche nucleo famigliare, persone che la abitano) e punta ad accompagnare le persone in difficoltà verso una sistemazione definitiva, evitando un approccio di assistenzialismo. Il progetto è stato presentato dall’assessore ai Servizi Sociali, Margherita Silvestrini, e dal vicesindaco e assessore alla Pianificazione Territoriale, Angelo Senaldi.
Il disagio abitativo è una piaga fra le più diffuse a livello nazionale ed impiega anche molte risorse al livello comunale: gli sfratti forzosi sono passati da 65 nel 2010 a 30 nel solo primo trimestre 2011. Anche il percorso per lo sfratto è diventato molto più rapido: dai 12-18 mesi del 2010 ai 6 mesi nel 2011. Nel contempo si è arrivati ormai a ben 680 richieste di alloggi popolari che non possono essere soddisfatte.

Oikia cercherà di offrire soluzioni ai concittadini privi del reddito sufficiente per accedere al  mercato immobiliare e si propone di avviare le persone in difficoltà da situazioni “protette” all’autonomia. Il progetto si sviluppa su un percorso pluriennale in diversi punti per i quali gli operatori del Comune stanno già lavorando. Per i soggetti più deboli (senzatetto, ex detenuti appena usciti dal carcere, single senza una famiglia di appoggio) è prevista l’attivazione di una casa di accoglienza, una soluzione temporanea per l’emergenza abitativa dei soggetti deboli. «Non un dormitorio, ma un luogo in cui si aiuti anche a superare la difficoltà momentanea – spiega l’assesore Silvestrini –. L’immobile destinato alla casa di prima accoglienza è stato individuato in via Ferraris, nei pressi del Comando della Polizia Locale». La collocazione in centro aiuterà a mantenere le persone inserite nel contesto sociale e ad accedere ai diversi servizi. «Contiamo di partire con i primi step del progetto entro la fine dell’anno».

Per le famiglie sfrattate è previsto invece il potenziamento degli alloggi-ponte, un’offerta di locazione temporanea mentre si cercano soluzioni di autonomia nel mercato privato o nell’edilizia popolare. All’incremento delle disponibilità sarà associata una gestione rigorosa delle prassi operative: ci saranno regole e metodi uniformi e condivisi per garantire un aiuto solidale che non si trasformi in assistenzialismo e senza favoritismi.

Il problema della casa riguarda però non solo situazioni di emergenza (sfratti o persone senzatetto): per affrontare e superare le difficoltà è prevista l’attivazione della Agenzia per la casa. Si tratta di una regolamentazione del mercato dell’affitto con protocolli di intesa tra Amministrazione comunale, rappresentanze dei proprietari, organizzazioni dei sindacati degli inquilini, agenzie immobiliari, ACLI, Caritas e associazioni del Terzo Settore: l’Agenzia si propone cioè come intermediario tra domanda e offerta per la fascia di utenza più disagiata, cercherà soluzioni abitative adeguate alle possibilità economiche dei potenziali affittuari, offrirà garanzie e/o incentivi ai proprietari. L’obiettivo è favorire l’emersione del  patrimonio immobiliare sfitto e attivare contratti a canone moderato.
Fra le modalità operative per concretizzare il progetto figurano le sinergie con le realtà che già operano sul tema, un’azione informativa e di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza, il dialogo con i proprietari di immobili e il tutoraggio sociale da parte di tecnici e volontari qualificati.

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È previsto infine l’aumento dell’offerta abitativa a canone sociale e ristrutturazione dell’esistente. L’intervento è necessario per l’inadeguatezza dell’offerta rispetto alla richiesta, per  basso turn-over delle risorse abitative e per le condizioni fatiscenti di alcuni edifici, non rispondenti ai canoni di sicurezza e stabilità previsti dalla legge. Cambierà però il metodo per ottenere il risultato rispetto a quanto previsto dal vecchio Pgt votato dalla maggiornza di centrodestra: in attesa del completamento della revisione del Pgt, l’assessore all’Urbanistica Angelo Senaldi spiega che «per quanto concerne l’incremento di alloggi di edilizia agevolata si pensa a piccoli insediamenti da collocare, nel rispetto delle normative che regolano la materia, nelle aree di trasformazione». Vale a dire che all’interno dei nuovi edifici da costruire su aree dismesse, sarà prevista la cessione di alcuni alloggi che diventeranno patrimonio pubblico. In questo modo si conta di evitare nuovi "ghetti" di case popolari e, soprattutto, di dare una certezza nella costruzione di nuovi alloggi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Aprile 2012
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