“Il bombardamento di Varese fu un atto terroristico”
La provocatoria affermazione dell'assessore Stefano Clerici del Pdl durante il discorso per l'inaugurazione di una targa a ricordo delle vittime del 1944. Alcuni antifascisti avevano già polemizzato per la parzialità della ricostruzione storica
L’assessore all’ambiente Stefano Clerici (Pdl) ha inaugurato questa mattina, sul Colle Campigli, una targa che ricoda i bombardamenti sulla città di Varese nell’aprile del 1944 e i 99 morti che ne scaturirono. La targa è stata coperta dal tricolore e successivamente scoperta durante una breve cerimonia a cui erano presenti solo l’assessore e i giornalisti, oltre a un gruppo di guardie ecologiche volontarie e un cittadino di Varese.
Pochi intimi, per una collocazione che è ancora meno visibile dalla cittadinanza, ovvero su un muro della salita che conduce al Palace Hotel (che tra l’altro è proprietà privata). Stefano Clerici ha pronunciato un breve discorso in cui ha affermato che il bombardamento, effettato il primo aprile da aerei della Raf inglese, e il 30 aprile 1944 dalle fortezze volanti americane, fu un vero e proprio «atto terroristico».
IL DISCORSO DELL’ASSESSORE (VIDEO)
L’affermazione è un po’ provocatoria. L’azione militare arrivò nel mezzo di una guerra devastante con le aviazioni italiana e tedesca, da una parte, e quella americana e inglese, dall’altra, impegnate in diverse azioni che rasero al suolo città europee e non solo.
E’ anche per questo che, nei giorni scorsi, alcuni storici locali hanno polemizzato con questa decisione, in particolare il giornalistica Franco Giannantoni che ha bollato l’iniziativa come propagandistica. «Gli americani – ha spiegato Giannantoni, uno storico che ha dedicato diversi libri al periodo bellico – volevano colpire l’Aermacchi perché lì si facevano i caccia che poi servivano a uccidere i civili di mezza Europa, dimenticare questo particolare non è onesto». Anche il capogruppo del Pd Fabrizio Mirabelli ha criticato l’iniziativa, ricordando che l’assessore Clerici ha già forzato un po’ la mano facendo installare, qualche mese fa, una lapide per il filosofo fascista Giovanni Gentile davanti al liceo Classico.
«La targa ci è stata chiesta da un cittadino – è la versione dell’assessore – uno storico che si chiama Giovanni Zappalà, e noi gli abbiamo dato ragione. E’ stato proprio lui a suggerire il parco dell’Hotel Palace, perché in quei giorni vi era un ospedale da campo, e le bombe uccisero molti degenti, devastando questo parco, che porta ancora i segni delle bombe».
Clerici ricorda che «la natura darà una pacificazione definitiva a quella vicenda ma vogliamo anche mettere un fiore e una lapide per tanti nostri fratelli varesini uccisi». Ma va aggiunto che la città e il quartiere di Masnago, da anni, hanno già dei punti della memoria che ricordano quel tragico aprile. La chiesa di Masnago ha una sua lapide, mentre in via Crispi c’è una cappella dedicata alla Madonna che i cittadini innalzarono nel 1945 come voto per il salvataggio dalle bombe.
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