Il fast food della memoria
Due anni fa il comune di Varese patrocinò un’ottima mostra, “Varese sotto le bombe”, ben curata e colma di dettagli storici. Oggi c'è un po' troppa fretta e la gente non è stata interessata
Una targa ricorda da oggi le 99 vittime del bombardamento angloamericano su Varese. I morti vanno rispettati sempre. Le vittime innocenti della violenza vanno rispettate due volte. La targa poteva però essere una buona occasione di fare memoria, interrogarsi sulla sopraffazione che uccide e devasta. Ma appare un po’ frettolosa questa commemorazione. Due anni fa il comune di Varese patrocinò un’ottima mostra “Varese sotto le bombe” ben curata e colma di dettagli storici.
Oggi si è svolta una cerimonia a uso dei giornalisti. Forse poteva esser l’occasione per coinvolgere davvero Masnago, il quartiere devastato dalle bombe: lavorare con le scuole, la parrocchia, guardare a un percorso educativo della memoria, senza parzialità.
Si potevano far ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti agli studenti e poi inaugurare la targa dopo aver preparato la città a un esercizio di cultura, coinvolgendo la gente. In questo modo, magari, sarebbe venuto anche qualche assessore in più all’inaugurazione. Il fast food della memoria, invece, produce notizie facili da smerciare ma scadenti.
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