Il Pescara triste cerca la vittoria per Franco Mancini

Colpiti dalla morte del preparatore dei portieri, Zeman e i suoi giocatori provano a proseguire la strada verso la promozione. Fuori Zanon squalificato e Konè e Maniero acciaccati

The show must go on. Anche con la tristezza nel cuore e le lacrime agli occhi. Nessuno vorrebbe essere nei panni dei giocatori e dell’allenatore del Pescara, colpiti solo cinque giorni fa dalla morte del preparatore dei portieri della squadra abruzzese, Franco Mancini, 43enne ex numero uno che ha diviso con Zdenek Zeman tante avventure col tecnico boemo. Ma il circo del calcio va avanti e il Pescara si deve adeguare. Così in un umido giovedì prepasquale ai biancoazzurri toccherà la trasferta di Varese valida per l’anticipo della 34esima giornata del campionato di serie B (in campo al Franco Ossola alle 20.45 del 5 aprile. Almeno la classifica della truppa zemaniana può far sorridere: 62 punti, 65 gol fatti (ampiamente il miglior attacco del torneo) e 48 subiti (quarta peggior difesa), con la zona promozione ad un tiro di schioppo e i playoff in cassaforte. Lo stop di sabato scorso contro il Bari non deve far troppo preoccupare gli abruzzesi: era ancora troppo calda la notizia della scomparsa di Mancini e il gruppo ne ha risentito parecchio. Fuori casa il Pescara non gira come tra le mura dell’Adriatico, ma è comunque pericolosa soprattutto in attacco: finora ha raccolto 7 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte, con 29 gol fatti (miglior performance del campionato) e 28 subiti. All’andata finì con un netto 3-1 per i biancoazzurri, con una splendida doppietta di Sansovini e gol di Konè per i padroni di casa e momentaneo pareggio di De Luca per il Varese.
 
La formazione guidata da Zeman ha tutto per far bene, a cominciare dal portiere: Anania, ex Pro Patria, sta vivendo una stagione di grazia e vorrà fare ancora meglio per onorare il suo allenatore che non c’è più, quel Franco Mancini da tutti preso ad esempio come modello di portiere ideale nelle squadre del boemo. In difesa non ci sarà il terzino Zanon, fermato dal giudice sportivo: al suo posto dentro Bocchetti (acciaccato, ma sicuramente presente) con il giovane Balzano dall’altra parte e il duo Romagnoli-Capuano al centro, con Brosco pronto a dare il cambio. In mezzo al campo non ci sarà l’ivoriano Konè, autore di uno dei tre gol all’andata: ha un problema al ginocchio destro. Zeman dovrebbe scegliere ancora Verratti, gioiellino del ’92 ambito da tante squadre di vertice di serie A, in cabina di regia, con il danese Nielsen (arrivo di gennaio) e Cascione a fargli da scudieri: in panchina Togni, Gessa e Soddimo. In avanti il posto a disposizione è uno solo: intoccabili il capocannoniere del campionato Ciro Immobile, classe ’90, arrivato a quota 25 gol, e il folletto Insigne, classe ’91, geniale, veloce e spesso decisivo. Per la terza maglia se la giocano Sansovini, esperto bomber arrivato a 13 reti, e l’altra giovanissima perla Caprari, romano del ’93, arrivato a gennaio in prestito dai giallorossi. Non sta benissimo Maniero, altro attaccante di razza un po’ sacrificato dalla presenza di una batteria di punte che vale la massima categoria.
 
Zeman non rinuncia alla sua vocazione offensiva, tanto meno con lo stuolo di giocatori di qualità che ha a disposizione. Nel suo 4-3-3 Immobile, Sansovini, Insigne, Caprari e Maniero si trovano a meraviglia e ne è lo specchio la marea di gol messa a segno. L’ex juventino (comprato a metà dal Genoa per l’anno prossimo) e il baby napoletano sono due autentici gioielli, che con l’esperienza di Sansovini (autore di due gol meravigliosi all’andata contro il Varese) e la verve di Caprari compongono un mix perfetto. In mezzo al campo tutti i palloni passano da Verratti, autentico metronomo che sta stupendo anche chi lo considerava già un campioncino: ha tempi perfetti, gioca a testa alta ed è ispiratissimo. Con lui due legionari come Cascione (regista aggiunto e mediano di rottura) e Nielsen che corrono per tre e aiutano la fase d’attacco con costanza. In difesa si soffre, ma è una tradizione zemaniana: moltissime volte Anania si è travestito da supereroe e ha parato il parabile e l’imparabile. Spesso i centrali sono lasciati in balia di loro stessi e altrettanto di frequente la strategia del fuorigioco ossessivamente cercato con una linea altissima non rende. Fuori casa gli spazi si ampliano e le possibilità per pungere la retroguardia pescarese aumentano. Servirà comunque una grande attenzione per arginare la voglia di emergere di questa squadra a tratti bellissima, che farà di tutto per regalare una gioia a chi la osserva da lassù, con due guantoni e il sottofondo reggae che tanto amava.

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Pubblicato il 04 Aprile 2012
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