Il sindaco di Bodio: “Nuove costruzioni per il bene dei cittadini”

Bruno Pavan spiega: "So benissimo che avevamo promesso uno stop alla cementificazione in paese, ma la crisi economica e la ristrettezza delle casse comunali ci hanno portato su un’altra strada"

«L’economia cambia, non possiamo restare ancorati ai sogni del passato». Bruno Pavan, sindaco di Bodio Lomnago, stempera i toni e spiga qual è la filosofia del Piano di Governo del Territorio del comune sul lago di Varese, oggetto di critiche sia dalla minoranza, sia da buona parte dei cittadini che si sono mossi con raccolte firme e proteste via Facebook: «Ognuno vede le cose a modo suo, noi non abbiamo la pretesa di essere perfetti – spiega Pavan -. Tra 10/15 giorni presenteremo al pubblico il Pgt definitivo e solo allora si potrà capire quali sono le reali caratteristiche del documento: noi cerchiamo il dialogo con tutti e spiegheremo le nostre istanze ai cittadini. Recepiamo le critiche e le polemiche, che però sono a senso unico». Nel merito delle contestazioni, Pavan allarga virtualmente le braccia e ammette: «So benissimo che avevamo promesso uno stop alla cementificazione in paese, ma la crisi economica e la ristrettezza delle casse comunali ci hanno portato su un’altra strada. Detto questo, tutto quello che abbiamo previsto va nella direzione di nuove edificazioni solo in compensazione a opere utili alla cittadinanza, come ad esempio la palestra che vogliamo costruire sotto il campo sportivo, ma per la quale il Comune non ha i soldi, per cui dobbiamo appoggiarci ai privati gioco forza. Non abbiamo concesso un metro cubo di cemento in più, se non proprio come cambio di opere utili alla popolazione. Il centro sportivo della Rogorella è un tema antico: abbiamo pensato di metterlo a norma e ristrutturarlo, ma ci vogliono 700/800 mila euro e non ce li abbiamo; a questi prezzi nessun imprenditore si prenderebbe in carico un centro così piccolo e da rimettere a nuovo, per cui l’unica soluzione è vendere e costruire la palestra da un’altra parte. In sostanza, non vorremmo altro cemento, ma siamo costretti a concederlo perché non possiamo fare altrimenti».

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Pubblicato il 30 Aprile 2012
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