Liberazione e resistenza, oggi come ieri

Una cerimonia di commemorazione ma non solo. Negli interventi del sindaco Fontana e di Angelo Zappoli un invito ad avere coraggio, reagire alla crisi e non perdere fiducia nei politici e nelle istituzioni

 Una festa per la Liberazione con poca aria di festa.
Il 25 Aprile è e resta il giorno della celebrazione della fine dell’occupazione nazifascista, ma il clima non consente “riflessioni nostalgiche”.
In corteo, a Varese, pochi giovani, qualche bandiera con falce e martello, “Bella ciao” cantata in tono sommesso. E d’altro canto i discorsi del sindaco Attilio Fontana e di Angelo Zappoli, in rappresentanza dell’Anpi, hanno rimarcato come il momento non sia dei più semplici. Fontana, in Sala Montanari, dopo che il corteo ha perscorso le vie cittadine con tappa nelle piazze principali, e dopo la deposizione delle corone all’Arco Mera, in Piazza Repubblica e in Largo Resistenza, ha sottolineato come sia importante ricordare ai giovani questa data, ancora di più in un momento storico delicato come questo dove, ha detto il sindaco: "La crisi economica e delle istituzioni mette tutti quanti a dura prova. La caduta dei valori non aiuta un Paese che proprio ora ha invece bisogno di coraggio e resistenza per rialzarsi e reagire".
Dello stesso tenore, anche se più carico di "patos", l’intervento di Angelo Zappoli: "Qualche giorno fa ho sentito qualcuno definire questa, una festa “curiosa”. E’ un’espressione che non accetto: il 25 Aprile ha portato un cambiamento culturale nel nostro Paese. Non riconoscere questo significa non dare la giusta lettura a quanto è accaduto. Se il fascismo non è più un macigno per il nostro Paese, allora l’antifascismo non rappresenta più nulla”.
Zappoli ha poi citato Aldo Moro: «Il nostro antifascismo non è solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamenti coerenti. Non è solo un dato della coscienza, il risultato di una riflessione storica; ma è componente essenziale della nostra intuizione politica, destinata a stabilire il confine tra ciò che costituisce novità e progresso e ciò che significa, sul terreno sociale come su quello politico, conservazione e reazione».
Tenere conto di questo – ha detto Zappoli – significa anche saper leggere e interpretare la crisi attuale. "Non possiamo non reagire alle montagne di risorse sprecate, agli attacchi ai nostri enti locali. Come non possiamo non apprezzare la resistenza dei nostri ragazzi, che qualcuno ha definito bamboccioni, che sanno reagire e rivendicano un futuro migliore di quello che hanno oggi con mille euro al mese". Passato e presente oggi si mescolano: tutti uniti contro la crisi, così come il nostro Paese seppe fare per la liberazione dal nazifascismo. 

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Pubblicato il 25 Aprile 2012
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