Maga, meno ore d’apertura e più attenzione alla didattica

I costi del personale diminuiscono da 639mila a 500mila euro, ma ci sono preoccupazioni per la riduzione delle risorse. L'assessore Nicosia: "Uso più attento delle risorse, per un museo sostenibile in futuro"

Meno ore di apertura e un uso migliore del personale, cercando però di valorizzare la didattica: queste sono le scelte su cui punta il museo MAGa di Gallarate, queste (per meglio dire) sono le richieste che il Comune – di gran lunga principale finanziatore – fa ai vertici museo. La questione si è aperta con la modifica dei contratti a inizio aprile, che ha spinto le opposizioni a chiedere unite una convocazione della commissione cultura: qui l’assessore alla cultura Sebastiano Nicosia ha presentato il piano generale e i numeri.

Primo dato: il museo passa da 28 lavoratori (tra dipendenti e collaboratori, a cui vanno aggiunti 3 occasionali) a 21 (19 ad oggi, a cui si aggiungeranno altri due riassunti dal 2 di maggio). Secondo dato, il costo per il personale, che si riduce da 639.194 euro a 498.950 euro annuali. Una scelta strategica inevitabile, secondo l’assessore Nicosia e il sindaco Edoardo Guenzani: «La spesa era insostenibile, il personale assorbiva il 93% del contributo del Comune», ha spiegato il primo cittadino, facendo riferimento alla cifra stanziata per l’attività ordinaria (a questa va aggiunto il contributo per le mostre). Anche per questo ben difficilmente i conti del museo, nei due anni passati, avrebbero potuto essere in pareggio, pur considerando le esigenze dello start-up. Lo stesso sindaco Guenzani ha ribadito che la riduzione è finalizzata a far sì che il museo prosegua in modo sostenibile nel futuro, tenuto conto che è finanziato da risorse pubbliche comunali, quindi di tutti i cittadini. C’è da dire che qualche passaggio un po’ aspro da parte degli esponenti politici c’è stato e anche la direttrice Emma Zanella ha fatto notare garbatamente che «il museo è della città, non è della Fondazione».

Quanto alle scelte da fare dopo la riduzione di personale, Nicosia ha spiegato che si punterà a ridurre le ore dell’orario di apertura, che, con 57 ore settimanali, «è al di sopra delle esigenze della città e ben al di sopra del minimo indicato dal Ministero» (25 ore: che, va notato, è comunque appunto la richiesta minima per un museo di valore nazionale). Altro intervento sarà fatto sulla organizzazione della didattica, vista la presenza di personale giudicata in parte eccessiva rispetto alle esigenze reali: «La didattica non aveva ancora una adeguata corrispondenza con le entrate che generava» ha specificato Nicosia, ricordando che nella valutazione di questo dato si tiene conto anche dell’importanza del settore come investimento per il futuro, che non deve rendere in modo immediato. Matteo Ciampoli e Giovanna Bianchi (opposizione, Lega Nord) hanno ricordato l’importanza della didattica e hanno chiesto che i tagli non incidano sulla qualità. «Credo anche che il museo ha oggi il problema di farsi conoscere di più dalla città» ha detto Danilo Barban, della lista civica che fa parte della maggioranza, dicendo che «sarebbe pericoloso» sacrificare la didattica. L’assessore Nicosia ha risposto che si cercherà di usare nel modo più corretto le risorse e il personale, con un occhio di riguardo non solo alla didattica per i ragazzi, ma anche alla «didattica per gli adulti» che può aiutare le persone ad accostarsi con passione al museo.

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Pubblicato il 25 Aprile 2012
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