Prendersi cura di una chiesa… è un’arte

Sabato 28 aprile parte un corso pensato per chi ha a che fare con gli edifici sacri: Politecnico di Milano, diocesi, parrocchie e Fondazione Cariplo "insegnano" a prendersi cura delle opere d'arte

C’è chi sbaglia "solo" a pulire certi materiali, chi invece mette impianti elettrici con le canaline in plastica sulle travi del Cinquecento, chi sottovaluta le macchie di umidità apparse qua e là sugli affreschi. Nelle chiese italiane capita di vedere interventi (o non-interventi) di ogni genere: per questo servirebbe un minimo di preparazione condivisa da parte di chi si prende cura degli edifici storici. Così dal 28 aprile parte un corso specifico rivolto a "conoscenza, conservazione e valorizzazione" del patrimonio artistico ecclesiastico: lezioni rivolte ai parroci, ai sacrestani, a chi magari nelle piccole parrocchie di paese è un po’ il "tuttofare" nelle manutenzioni e ha a che fare con edifici storici preziosi. Il corso è promosso dalle parrocchie di Santa Maria Assunta di Gallarate e di San Vittore ad Arsago Seprio, in collaborazione con il Politecnico di Milano e con le Scuole Diocesane per Operatori Pastorali: a finanziare tutto, ci pensa la Fondazione Cariplo. «Il punto di partenza è questo: è inutile che si spendano soldi in restauri, se poi non esiste una cultura di rispetto e adeguata manutenzione del patrimonio» spiega don Stefano Venturini, parroco di Arsago Seprio, che custodisce ben quattro edifici sacri di origine medievale.

Il corso si svolge su quattro giornate, due a Gallarate, due ad Arsago Seprio, circa 18 ore complessive di lezione. Ogni giorno si affrontano due o tre punti monografici, con docenti del Politecnico e della Scuola diocesana: s’impara a fare un’accurata ispezione dei beni culturali ma si scopre anche (molto più prosaicamente) come si fa a pulire gli antichi arredi sacri in legno senza rovinarli. Si scoprono le tecniche di conservazione e pulizia degli arredi tessili, ma si capisce anche cosa fare e non fare quando s’installano nuovi impianti di illuminazione o se ci si imbatte in tracce archeologiche (che magari non sono quelle "preziose" dentro in chiesa, ma quelle meno certe trovate nel giardino di una canonica o dell’oratorio). C’è poi anche un approfondimento per presentare un esempio di intervento di restauro progettato e finanziato con l’aiuto della comunità: si tratta del complesso di interventi sulla basilica e sul battistero di San Vittore ad Arsago Seprio.

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Pubblicato il 20 Aprile 2012
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