Tecnologia e sudore, ecco il golf per disabili

Una carrozzina elettrica che solleva il giocatore, gambe in titanio, fatica e passione. Agli open d'Italia tanti atleti con storie umane e sportive di tutto rispetto

La carrozzina elettrica solleva il sedile. Il giocatore viene drizzato a picco sulla pallina e può colpirla agevolmente. La macchina miracolosa si chiama Paragolfer e ha un controbilanciamento a terra di 180 chilogrammi, per evitare che l’atleta si ribalti. La produce un’azienda tedesca che l’ha brevettata apposta per i golfisti che non muovono le gambe. Se c’è il sole si applica un ombrello per proteggere l’atleta dal caldo. Le gomme sono a bassa pressione per non rovinare il manto erboso. E’ l’ultima frontiera della tecnologia grazie alla quale un atleta disabile può giocare con identica soddisfazione di un normodotato. 

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E’ una delle curiosità del golf per disabili, una disciplina recente ma molto democratica che comprende sportivi con disabilità che vanno dalla ciecità alla mancanza di uno o più arti.  Un atleta può gareggiare anche con i normodotati, basta qualche piccolo accorgimento. La Federazione italiana esiste dal 1998. L’Open d’Italia si è disputato nei giorni scorsi al golf club del laghi a Travedona Monate. Cinquanta iscritti da una decina di paesi. In Italia sono un centinaio gli associati. Nel 2020 il golf per disabili sarà probabilmente ammesso ai giochi paraolimpici. Livio Morosi è un atleta gallaratese. Gioca con una gamba in titanio, studiata da un laboratorio milanese in collaborazione con l’Inail. «Il golf è stupendo perché puoi giocare per ore in contesto di grande bellezza – spiega – la protesi è stata adattata per i miei movimenti e mi dà sicurezza. Ho una certa esperienza con le discipline sportive, sono stato subacqueo e ho partecipato ai giochi paraolimpici invernali con lo sci, ma lo sport più faticoso, anche se non sembra, è proprio il golf, perché si gareggia per tante ore».
Le 18 buche sono lunghe da completare. Le regole poi sono semplificate. Ad esempio, quando un atleta cieco entra nel bunker (la buca di sabbia), a differenza dei colleghi normodotati può appoggiare il bastone. Il presidente della federazione è Daniele Redaelli, milanese: «I disabili possono giocare con i normodotati tranquillamente – spiega – ci sono giocatori come Richard Saunders che fanno i tornei e si piazzano bene». A ogni handicap comprende una soluzione tecnologica: «Saunders ad esempio ha un difetto di nascita, una forma di focomelia alle braccia. Nel suo caso i bastoni sono realizzati su misura e legati agli avambracci». Il golf per disabili si divide in due categorie. Quella che prevede atleti con problemi motori e la categoria blind, per i ciechi, che a sua volta divisa in tre sottocategorie (B1, B2, B3). Il più bravo giocatore italiano è Pier Federico Rocchetto, un romano, che ha una limitata capacitò motoria ma classe straordinaria. Negli Usa è emigrata Camilla Bernini, una donna con un braccio amputato che è diventata una grande allenatrice nella squadra di un college americano. Andrea Calcaterra e Chiara Pozzi Giacosa sono altri fuoriclasse della categoria. Ma per tutti gareggiare è già una vittoria.

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Pubblicato il 11 Maggio 2012
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