Al centro Re Mida, dove i bimbi trasformano i rifiuti in oro

Al Chiostro di Voltorre da aprile ad oggi migliaia di bimbi hanno imparato ad utilizzare scarti della lavorazione di aziende locali per fare vere e proprie opere d’arte

centro re mida gavirate fotoIl biscione di led luminosi diventa un’autostrada attorno alla quale i bambini costruiscono una loro città ideale ed infinita. Il ritaglio di falegnameria, poggiato sulla moquette blu è un’isola che si staglia al centro di chissà quale mare.
I led, la plastica il legname, le bottiglie schiacciate: tutto materiale che altrimenti verrebbe buttato via e che al Chiostro di Voltorre, a Gavirate, viene fatto rivivere in un progetto che, da aprile, ha visto coinvolti migliaia di bambini.
I piccoli arrivano in scolaresche o con gli oratori, gli si spiega in un attimo che non riceveranno nessun voto per il lavoro svolto con questi piccoli prodotti dell’ingegno locale, e via: quadri, patchworks, e perfino “film” fatti con video proiettori e pezzetti di materiale vario.
Benvenuti al Centro Re MIda (proprio come l’antico re che trasformava tutto ciò che toccava in oro), uno dei progetti che rientra nel Piano Integrato Transfrontaliero  (P.I.T.) "RIFIUTI" promosso dall’Assessorato alla Tutela Ambientale, Ecologia ed Energia della Provincia di Varese e cofinanziato con il programma di cooperazione transfrontaliera dell’U.E. Al Chiostro di Voltorre, luogo scelto per ospitare questi laboratori didattici, collaborano fianco a fianco gli operatori dell’Associazione di Promozione Sociale AltreMenti (Enrico Casmirri e Marco Quilici) e della Cooperativa sociale Totem (Daniela Casola e Paola Castiglioni).centro re mida gavirate foto
«L’idea è nata dall’esperienza maturata in Emilia negli anni 90’. In questo contesto è maturato un vero e proprio metodo educativo e di insegnamento che coinvolge non solo i bimbi ma anche il loro contesto sociale, la famiglia e persino il posto di lavoro di mamma e papà – spiega Marco Quilici – . Le insegnanti chiedevano ai piccoli di portare da casa prodotti che non usavano per dimostrare loro un possibile utilizzo, spiegando ai bimbi l’importanza di ciascun oggetto. Da qui è maturata l’esperienza di coinvolgere man mano anche le aziende presenti sul territorio. Ed è quello che anche qui in provincia di Varese stiamo facendo, con risultati lusinghieri».
Imprese artigiane, industrie metallurgiche, fruttivendoli: in tanti hanno risposto alla chiamata di questo progetto per fornire le materie prime della fantasia dei bimbi. In questo modo intere classi si perdono nella fantasia del fare, per dare vita a vere e proprie opere d’arte con quel che di solito viene gettato nel cestino senza troppi complimenti. E magari senza differenziare.
centro re mida gavirate fotoDa aprile a giugno di quest’anno hanno visitato il Centro Re Mida di Gavirate 47 scuole e 2200 studenti, oltre a 90 insegnanti. «E non solo – dice Marco – perché i bambini che magari non conoscevano la storia del Chiostro o sono stati colpiti dal nostro progetto, poi tornano portando i genitori: questo è il senso positivo del progetto: il coinvolgimento sociale all’attenzione per quel che buttiamo via che può essere limitato nella quantità e comunque, se ben differenziato, può avere una nuova vita ed essere riutilizzato».
Un capitolo a parte è rappresentato proprio dalle insegnanti che, a titolo personale e fuori dall’orario di lavoro, hanno partecipato ad incontri formativi. «Su 90 maestre, in 65 sono venute e hanno partecipato a questi incontri che abbiamo organizzato, e ne sono scaturiti momenti splendidi di condivisione – racconta Paola Castiglioni di Totem – . Insegnanti ed educatrici sono uscite entusiaste»
Il motivo di questo interesse è facile da comprendere osservando i piccoli delle scuole elementari in visita al centro, che in pochi minuti abbandonano ogni remora e si gettano – spesso insieme agli insegnanti – a produrre lavori e opere di fantasia.
«L’obiettivo, per l’autunno è di continuare sui questa strada e dare la possibilità non solo alle scuole, ma anche alle famiglie, di venire a “fare la spesa” al nostro “emporio” – conclude Marco Quilici – . Scuole, asili, oratori o famiglie potranno prendere i pezzi per costruirsi in autonomia e a casa i propri laboratori».

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Luglio 2012
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