Al Sacro Monte arriva Giovanni Scifoni
La terza edizione del Festival di teatro sacro della Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese prosegue con la spettacolo di e con Giovanni Scifoni
“Le ultime sette parole di Cristo. Minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi”: è questo il titolo dello spettacolo che il prossimo giovedì 5 luglio alle 21, sulla Terrazza del Mosè del Sacro Monte di Varese, verrà proposto all’affezionato pubblico varesino (e non solo) dalla rassegna Tra sacro e Sacromonte. Grazie alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, sbarca sul palcoscenico panoramico del monte Sacro Giovanni Scifoni, che interpreterà il suo testo a meno di una settimana dalla partenza del festival con la serata di Piera Degli Esposti. Vincitore de I Teatri del Sacro di Federgat, lo spettacolo vede protagonista il giovane attore e regista, noto al grande pubblico per aver interpretato alcuni ruoli al cinema e nelle fiction italiane di questi ultimi anni. Un curriculum di tutto rispetto, quello di Scifoni, che ora porta in scena un testo che ha avuto uno straordinario successo nella capitale. Tra sacro e Sacromonte, inoltre, prosegue il suo contributo alla valorizzazione del nostro territorio: la sera del 5 luglio, in concomitanza con lo spettacolo, verrà aperto alla città il cosiddetto “percorso museale” sito sotto l’ex albergo Camponovo, adiacente alla terrazza del Mosè. Per la prima volta, dopo i lunghi lavori di restauro, le antiche mura del Sacro Monte e i suggestivi spazi della ex chiesa su cui nel 1892 sorse l’albergo dove nacque e visse Domenichino Zamberletti saranno, in via eccezionale, visitabili, gratuitamente, da tutti a partire dalle ore 19.30. Un’imperdibile occasione per conoscere un luogo segreto e bellissimo della città, di proprietà privata, abitualmente chiuso al pubblico. Vi ricordiamo che lo spettacolo, gratuito, in caso di mal tempo si terrà all’interno del Santuario di Santa Maria del Monte. Alle ore 20,15 in Piazza Monte Grappa partirà la navetta, anch’essa gratuita, per chi volesse spostarsi più agevolmente verso il Sacro Monte.
Sullo spettacolo…
Fede purissima, ateismo purissimo, superstizione purissima sono al centro di “Le ultime sette parole di Cristo”, l’appassionato e brillante monologo in cui un “cialtrone”, Giovanni Scifoni, attraversa con ironia i temi e i personaggi della spiritualità, scanditi dalle sette frasi evangeliche, che per sette volte sospendono il tempo e l’aria. Il cialtrone non si ferma mai, inonda lo spettatore di storie, leggende, baggianate, fregnacce, lo incalza con parole di cui sembra essersi perso il senso: peccato, misericordia, buona morte… Le infuocate prediche del canonico Rinaldo Deggiovanni, poi Beda il venerabile, poi i Padri del deserto, pazzi e morti di fame, poi Dismas il buon ladrone, poi Dostoevskij, Bergman, lo spettacolo – in scena per 60 repliche alla Cappella Orsini a Roma e in numerose piazze italiane – riesce a raccontare la grande mistica con leggerezza, in un inarrestabile crescendo che cattura lo spettatore, al di là delle convinzioni personali, innescando la riflessione sulla nostra esistenza e sulla “gloria umana”.
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