Cuasso e Angera: ospedali a rischio
Nonostante non ci sia ancora una decisione, le previsioni degli effetti della razionalizzazione della spesa pubblica (spending review) sugli ospedali si sprecano. Al di là dei numeri, però, contano anche i servizi
Un conto sono i numeri, un conto è la realtà. La scure che si dovrebbe abbattere sulla sanità legata alla "spending review" porterebbe alla chiusura di presidi ospedalieri importanti come Luino e Angera, Cuasso e Cittiglio.
Se tutto ciò fosse vero, però, l’assistenza sul territorio verrebbe quasi azzerata: il problema è ben presente al ministro della Sanità Balduzzi che ha subito invocato un intervento di regia delle regioni che meglio conoscono il tessuto locale, i bisogni e le necessità epidemiologiche.
Il contenimento della spesa sanitaria, però, potrebbe arrivare a incidere in provincia di Varese per due realtà in particolare: l’ospedale di Cuasso, presidio su cui da anni si puntano i riflettori quando si parla di razionalizzazione, e l’Ondoli di Angera , anche lui al centro di perplessità, soprattutto per il punto nascite che non garantirebbe i mimini numerici richiesti.
Meno a rischio sarebbe Luino che, nonostante conti su 85 posti letto accreditati e 80 aperti, sarebbe destinato a ricevere i letti della riabilitazione dall’eventuale chiusura di Cuasso. Forse sarebbe più percorribile l’ipotesi di una trasformazione in un poliambulatorio con reparti di degenza di medicina e geriatria, trasformando il pronto soccorso in punto di primo intervento e togliendo le chirurgie.
Sicuramente intoccabile è il Del Ponte che, anche se ha aperti 118 posti, è il punto nascite di riferimento dell’intero territorio e, inoltre, tecnicamente non è un ospedale indipendente ma un padiglione distaccato del Circolo.
Oggi, è bene sottolinearlo, siamo solo nel campo delle ipotesi. I tagli sono in discussione a Roma, il braccio di ferro è appena iniziato. La Regione Lombardia, pur essendo virtuosa, ha qualche problema di contenimento della spesa sanitaria e potrebbe approfittare del diktat romano per rivedere i suoi impegni e ridisegnare la mappa ospedaliera. Fino a notizie certe, comunque, nessuno vuole commentare: « È prematuro discutere di queste cose – afferma il direttore dell’azienda varesina Walter Bergamaschi – Si assistono a ipotesi varie, tutte plausibili sulla carta. Quello che succederà, però, ancora non si sa. Almeno aspettiamo di vedere la bozza. Altrimenti si rimane nelle astrazioni»
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