Dente: “Non sono famoso, sono felice”

Arriva al Gasch Music Festival domenica 15 luglio dopo un altro anno di successi. Eppure, il cantante di Fidenza, preferisce definirsi semplicemente un cantautore

DenteHa deciso di non svelare il motivo del suo soprannome anche questa volta. «Ci risentiamo tra un po’…», risponde.Dente, alias Giuseppe Peveri, resta il cantautore enigmatico in cui tutto è da interpretare. Il suo tour estivo domenica 15 luglio farà tappa a Gazzada Schianno, al Gasch Music Festival di Villa De Strens dopo un anno ricco di successi e dopo la pubblicazione dell’album “Io tra di noi” che ha segnato definitivamente il suo ingresso nel mondo della musica tra i “famosi”, anche se lui non ama il termine. Fidentino, trapiantato a Milano, con i suoi brani, è riuscito a conquistare gli esperti musicali alla ricerca del sound particolare ma anche l’ascoltatore “medio”, quello che ha voglia di sentire pezzi piacevoli senza chiedersi troppi perchè. La faccia e lo stile, probabilmente hanno fatto il resto. Eppure, lui non ama definirsi famoso.

La prima volta che ci siamo sentiti era appena uscito l’album “L’amore non è bello”. È passato del tempo. Oggi sei famoso, quanto sei cambiato?
«No non credo, ovviamente è cambiata la mia vita ma dentro mi sento sempre lo stesso. Mi vedo tranquillo con la gioia di sapere quello che sta succedendo. Insomma, sono felice di quella roba lì che tu definisci “famoso” ma è successo tutto in modo tranquillo,come un bambino che cresce e non se ne accorge…»

Hai suonato a Parigi, come è andata?
«Molto bene, al di sopra delle mie aspettative. Credevo di dover fare un concerto in sordina davanti a poche persone, invece mi sono trovato tanta gente che cantava le mie canzoni. Ho intenzione di tornare…»

Ti definiscono ironico, enigmatico, simpatico, antipatico. Tu come ti definisci?
«Non mi definisco perché odio le definizioni. Non l’ho mai fatto, continuo a fare le cose che ho sempre fatto in modo sincero, è questo il mio compitino per il futuro…»

Qual è il tuo rapporto con i social network? Ho visto che Twitty abbastanza…
«È un rapporto di amore e odio. Lo uso troppo per i miei gusti, mi fa perdere molto tempo. Ogni cosa va presa con la giusta dose. È come il vino due bicchieri sono un piacere, due bottiglie no. Penso molto prima di pubblicare qualcosa su Twitter perchè l’idea che il tuo privato diventi pubblico e visto da tutti non mi piace molto…»

Insomma meglio raccontare i fatti proprio tramite canzoni…
«Decisamente, anche perché li elevi ad un livello artistico ed è un’altra cosa…»

Visto che i tuoi testi sono autobiografici, come sarebbe la canzone che scriveresti in questo momento?
«Sarebbe una canzone strumentale…è un periodo senza parole…»

In una canzone canti “Da Varese a quel paese”, quale?
«Te lo scrivo su Twitter…(scherza)»

La prima volta che ti ho intervistato avevi la paura di dover tornare a Fidenza. C’è ancora?
«Non ci sono tornato e non ho intenzione di tornarci. Quella paura non si è ancora rilevata in tutta la sua tragicità…»

Progetto per il futuro?
«Adesso penso a questo tour, ho molte date. A luglio sarò al Festival Gaber a Viareggio e poi al Festival Argentiera dove suonerò solo e dove ho deciso di portare l’album “Anice in bocca”…»

Perché tornare proprio al primo album?
«Perché è introvabile e perché è stato un disco che ho fatto completamente da solo. È una cosa da grandi artisti insomma, ci provo, non so se ci riesco, vediamo…Tornando ai progetti invece a Novembre mi fermo e poi, con molta calma, inizio a pensare al nuovo disco».

All’inizio di questa intervista hai detto che la parola “famoso” non ti piace, come ti definiresti allora?
«Felice…».

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Pubblicato il 13 Luglio 2012
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