È morto l’imprenditore Luigi Lazzaroni
Ultimo erede della storica fabbrica d'amaretti, era malato da tempo. Grazie a lui si è potuta anche salvare la memoria dell'industria del Novecento a Saronno: fu anche tra i promotori del museo industrale
La sua vita si intrecciava con quella della fabbrica di famiglia, ma anche con tanti altri capitoli della storia di Saronno: è morto nella notte tra domenica e lunedì Luigi Lazzaroni, imprenditore conosciutissimo in città, erede degli industriali dolciari Lazzaroni. Una perdita che tocca tutta la città: «Per chi come me l’ha conosciuto bene, è una grande perdita» dice il sindaco Luciano Porro. «È una persona che ha dato tanto nel settore imprenditoriale e culturale. Era attivo nella Società Storica Saronnese, nel Rotary: molto conosciuto, lascia un ricordo ottimo per tutte le persone che l’hanno conosciuto. Dobbiamo essere riconoscenti». Il sindaco ricorda che nel 2010 Saronno gli concesse la Ciocchina (massimo riconosciemnto cittadino, è a destra nella foto), mentre in passato era stato insignito anche l’Ambrogino d’Oro a Milano. «Con la scomparsa di Luigi Lazzaroni – commenta Lara Comi, coordinatore provinciale del Pdl di Varese ed europarlamentare – viene a mancare una figura che ha difeso un marchio simbolo secolare per Saronno, grazie al quale la città è stata conosciuta in tutto il mondo. E che è stato uno dei modelli di quel made in Italy che hanno segnato la storia imprenditoriale del nostro Paese». «Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Luigi Lazzaroni – è il commento dell’assessore regionale Raffaele Cattaneo, saronnese di nascita -. A perdere una delle figure di riferimento dell’industria lombarda non è solo Saronno e la provincia di Varese, ma l’intero Paese. I suoi prodotti erano infatti simbolo di qualità in Italia e soprattutto all’estero».
Lara Comi ricorda anche l’uomo «che ha voluto e saputo tenere viva la memoria della vocazione industriale del nostro territorio considerandola la nostra più grande ricchezza. Da saronnese, considero questa la lezione più importante che ci ha lasciato in eredità». Dopo la cessione dell’azienda di famiglia (trasferitasi in Abruzzo) a cui si era dedicato fino all’ultimo, Lazzaroni proseguì infatti la sua attività sul versante culturale, con un grande attaccamento anche alla storia e alla memoria degli anni in cui Saronno era una piccola capitale industriale in diversi settori. Oltre a curare una collezione personale di confezioni in latta dei biscotti Lazzaroni (un’altra sua passione erano le macchine d’epoca), contibuì a far crescere il Museo dell’Industria e del Lavoro del Saronnese, oggi ospitato nei padiglioni delle vecchie officine delle Ferrovie Nord Milano. Tra i suoi interessi c’erano anche le ferrovie e anche su questo versante la sua passione s’intrecciava con la generosità verso la sua città: acquistò dalle ferrovie Nord una delle locomotive a vapore più antiche d’Europa e la donò al Comune. Dal 21 giugno 2010 quella locomotiva – simbolo dell’industria dei trasporti e della passione degli operai saronnesi delle officine FNM – annuncia in mezzo ad una rotonda l’ingresso a Saronno (nella foto in alto: l’inaugurazione), una piccola capitale industriale.
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