“Felici di aver dato il Superbowl a Varese”

Bilancio positivo per la finale tricolore del football. Antonio Grauso, vicepresidente dei Blue Storms: «La città ha riscoperto il nostro sport. Contento della collaborazione con il calcio»

Il primo Superbowl di football americano disputato a Varese si è concluso con la vittoria dei Panthers Parma e ha permesso ai dirigenti dei Blue Storms Gorla Minore (la società incaricata dell’organizzazione) di andare a un meritato riposo con il sorriso sulle labbra.
Il "Franco Ossola" – al netto delle sue ben note condizioni – si è infatti dimostrato adatto a ospitare una manifestazione simile: campo in sintetico e antistadio hanno ospitato il riscaldamento delle due squadre (oltre a Parma, gli Elephants Catania) mentre gli accessi e la permanenza del pubblico sulle tribune non hanno creato alcun problema di sorta. Sugli spalti sono arrivati circa 3.000 spettatori «e siamo soddisfatti – spiega Antonio Grauso – perché il popolo del football si è mosso verso Varese almeno dalle regioni vicine e ha colorato con le proprie maglie i gradoni di Masnago, assistendo alla partita senza barriere o rivalità. Ma di questo eravamo sicuri e l’ho spiegato anche alle autorità nei giorni precedenti al Superbowl (foto di R. Gernetti): l’amicizia in questo sport regna sovrana».
Grauso, vicepresidente della franchigia gorlese e "uomo-macchina" dell’evento di sabato scorso, è contento anche per aver creato un evento simile a Varese, città dove il football ha una storia ma non è seguita come altre discipline. «Il "village" di piazza Repubblica ha destato curiosità, gli alberghi che avevamo contattato hanno ricevuto diverse prenotazioni legate al match così come diversi ristoranti e pizzerie della zona. Non numeri mostruosi ma sicuramente importanti, che hanno dato alla città qualcosa di nuovo e apprezzato. Per quanto ci riguarda inoltre voglio sottolineare l’ottimo rapporto avuto con il Varese 1910 che ha creduto in noi e ci ha affiancato per tutto ciò che era relativo allo stadio. La conferma che quando c’è la volontà di collaborare, le cose funzionano sempre meglio».
Il Superbowl però è manifestazione itinerante e non tornerà al "Franco Ossola", almeno per qualche anno. «Però questa organizzazione ci ha fatto acquisire una buona esperienza in merito; è presto per dirlo ma forse potremo riproporre il nostro modo di lavorare anche in qualche altra città, se ce ne fosse il bisogno. Varese inoltre ha fatto segnare per la prima volta la conquista della diretta televisiva su Eurosport, unita alla differita Rai: una opportunità che se venisse confermata in largo anticipo per l’anno prossimo permetterebbe di organizzarsi ancora meglio, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli spazi pubblicitari. Insomma, si può ottimizzare quanto abbiamo già fatto e affiancare altri comitati organizzatori. E, perché no, ripensare a un Superbowl varesino in futuro, ma ciò per il momento non è ipotizzabile».

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Parma vince il Superbowl di Varese 4 di 28

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Pubblicato il 10 Luglio 2012
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