I rifugiati russi restano in Italia
Mosca li accusa di esser dei truffatori ma hanno l'asilo politico perché oppositori di Putin. In attesa che la domanda di estradizione venga esaminata, i milionari di Viggiù chiedono la restituzione dei soldi sequestrati
Nessuna estradizione immediata per Andrey Spiridonov e la moglie Irina, i coniugi russi arrestati su mandato di cattura internazionale dalla polizia italiana. Oggi si è tenuta l’udienza sulla richiesta avanzata del governo russo, in corte di appello a Milano. Il tribunale ha subito rinviato ed è probabile che se ne riparlerà a ottobre. Il primo effetto è che la coppia – accusata da Mosca di una frode – non subirà alcuna estradizione immediata perché la giustizia italiana deve prima esaminare il fascicolo. Il governo russo ha 60 giorni di tempo per spiegare tutte le accuse e fornire la documentazione. Spiridonov produrrà la domanda di asilo politico accolta dalla commissione rifugiati. Per la quale sono persone da proteggere perché soggette a tutela internazionale.
La procura di Varese li ha anche indagati per ricettazione poiché devono spiegare la provenienza dei 661 e 500 euro ritrovati in una valigetta nella villa di Viggiù dove risiedono. Il denaro è stato importato dalla Russia, ma pagando le tasse in dogana secondo gli avvocati Enzo Cosentino e Andrea Boni che ne hanno chiesto l’immediato dissequestro.
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