La mostra è kitsch!

Alla Triennale una grande mostra curata da Gillo Dofles propone le opere più kitsch di tutti i tempi. Opere, oggetti, installazioni di vero “cattivo gusto” d'autore

Nel 1968 esce “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto” edito da Mazzotta, una serie di approfondimenti teorici che hanno aiutato a descrivere il concetto di kitsch in tutte le sue articolazioni; concetto che Dorfles per primo ha contribuito in modo decisivo a definire, a livello internazionale. Il testo di Dorfles è una vera pietra miliare per la comprensione e l’evoluzione del “cattivo gusto” dell’arte moderna; afferma che alcuni capolavori della storia dell’arte come il Mosé di Michelangelo, la Gioconda di Leonardo sono “divenuti emblemi kitsch perché ormai riprodotti trivialmente e conosciuti, non per i loro autentici valori ma per il surrogato sentimentale o tecnico dei loro valori”.
Dopo più di quarant’anni alla Triennale di Milano il libro diventa una mostra omaggio al Kitsch. Opere di artisti, soprattutto delle avanguardie che hanno riproposto immagini di capolavori della storia dell’arte, universalmente riconosciuti, per creare consapevolmente “ricercate opere” kitsch, ironiche, provocatorie o scandalose: è il caso dell’opera L.H.O.O.Q., 1919, un ready made ritoccato da Marcel Duchamp, versione con aggiunta di barba e baffi della Gioconda di Leonardo, dal titolo dissacrante (pronunciando il nome delle lettere in francese si ottiene la frase “elle a chaud au cul”).
“L’industrializzazione culturale, afferma Dorfles, estesa al mondo delle immagini artistiche ha condotto con sé un’esasperazione delle tradizionali distinzioni tra i diversi strati socio-culturali. La cultura di massa è venuta ad acquistare dei caratteri assai diversi (almeno apparentemente) dalla cultura d’élite, e ha reso assai più ubiquitario e trionfante il kitsch dell’arte stessa.”
La prima parte della mostra presenta… “ autori, i quali volutamente usano citazioni kitsch” come Adriana Bisi Fabbri, Alberto Savinio, Enrico Baj o Salvador Dalì. Il percorso dell’esposizione
continua con una serie di autori deliberatamente kitsch: Luigi Ontani, Antonio Fomez con Michelino e Corrado Bonomi.
Tutte le opere presenti in mostra forniscono una vasta rappresentazione delle personali interpretazioni di ciascun artista. Una sala è dedicata all’artista olandese, naturalizzato italiano Rutger (Rudy) Van der Velde, giornalista, grafico pubblicitario, illustratore e artista che ha creato assemblaggi sorprendenti, ironici e ludici con materiali eterogenei, oggetti superflui provenienti dalla nostra società consumistica.
Nel corridoio che introduce alla mostra un tappeto interattivo composto da 5000 immagini kitsch che si animano al passaggio del pubblico porta il kitsch nel quotidiano, nella nostra vita di tutti i giorni.
La mostra si chiude con l’ultima grande sala nella quale si trova una vera e propria giostra di oggetti kitsch di artisti anonimi, che sono citazioni e riproduzioni del kitsch oggi.

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Pubblicato il 06 Luglio 2012
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