Prostituzione: condannati 3 finanzieri, un poliziotto e un carabiniere

L'indagine dei falsi timbri finisce con pene severe: 5 condanne, 2 assoluzioni, 2 posizioni rinviate a Brescia. Confermate le accuse più gravi, prescritta la corruzione. E 2 imputati (prescritti) si sono pure sposati

Divise sporcate da un brutto giro di prostituzione: reclutamento di ragazze dell’est, e timbri falsi per favorirne la permanenza nelle alcove a Lugano. Il tribunale di Varese ha condannato 5 persone: si tratta di 3 finanzieri, un poliziotto e un carabiniere, coinvolti in un affare di sesso a pagamento tra Italia e Svizzera. Alcuni procacciavano le ragazze e organizzavano gli incontri nelle case del luganese, altri li aiutavano facendo timbri falsi alla dogana per favorire la permanenza delle squillo oltreconfine. Le accuse nate da una inchiesta del pm Agostino Abate della procura di Varese sono state in buona parte confermate dal tribunale presieduto dal giudice Anna Azzena. Le pene più severe hanno colpito due finanzieri, Stefano Cerreti di 33 anni e Giuseppe Ciancimino di 34 anni, condannati  rispettivamente a 7 anni, e a 6 anni a mezzo di carcere, per aver reclutato e introdotto in Italia donne allo scopo di sfruttare la prostituzione, ma anche gestito il traffico e falsificato timbri. Un altro finanziere Giuliano De Flaviis di 37 anni è stato condannato a 3 anni e 4 mesi per aver collaborato al medesimo disegno criminoso con timbri falsi in dogana sul passaporto delle ragazze. Condanna per lo stesso reato a 3 anni e 6 mesi per il poliziotto Massimo Donno 40 anni. Il carabiniere Maurizio Turco di 46 anni è stato condannato a 3 anni e 4 mesi sempre per aver compiuto atti falsi.
Il tribunale si è dichiarato incompetente per due imputati inviando gli atti a Brescia, mentre sono stati assolti un finanziere e un carabiniere. Il tribunale ha anche comminato una serie di risarcimenti allo Stato da parte degli appartenenti alle forze dell’ordine coinvolti; ma anche risarcimenti pecuniari alle parti offese e interdizioni dai pubblici uffici per i condannati. E’ caduta l’accusa di associazione per delinquere, e per tutti è risultata prescritta la corruzione. Rimane comunque una sostanziale conferma della gravità dei fatti, anche se per alcune posizioni vi sono state delle assoluzioni su alcuni capi di imputazione. L’indagine che affonda le sue radici fin dal 2000. Tra le pieghe della vicenda si sono intrecciate molte storie: gli incontri sexy, i passaporti con l’aiutino per eludere le normative svizzere sulla permanenza nel territorio elvetico, ma anche un happy end: due imputati, un italiano e una ragazza brasiliana difesi dall’avvocato Andrea Boni (le cui posizioni sono cadute in prescrizione durante il processo) si sono sposati e ora vivono felici con i loro due figli.

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Pubblicato il 09 Luglio 2012
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