Scommesse: Varese deferito per i contatti tra Pesoli e Gervasoni

Doccia fredda per la società biancorossa, coinvolta per un tentativo di combine in occasione della gara con il Siena del maggio 2011. Si rischia una penalizzazione di qualche punto

C’è anche il Varese 1910 tra le 13 società deferite dalla Procura Federale alla Commissione Disciplinare in relazione all’inchiesta sul calcioscommesse. Il deferimento è a titolo di responsabilità oggettiva ed è dovuto a una serie di contatti – già noti – intercorsi tra l’ex difensore biancorosso Emanuele Pesoli (appena acquistato dal Verona dopo aver giocato in A con il Siena) e uno degli uomini chiave dell’inchiesta sviluppatasi a Cremona, Carlo Gervasoni, allora in forza al Piacenza.

LE ACCUSE – Secondo quanto si legge nelle carte diffuse oggi dalla Figc, Pesoli avrebbe contattato Gervasoni prima della partita di campionato tra Siena e Varese del 21 maggio 2011 per chiedergli di fare da tramite con i giocatori del Siena per verificare la loro disponibilità a pareggiare la partita. Una richiesta che Gervasoni ha portato avanti contattando Filippo Carrobbio (all’epoca in forza alla squadra toscana), il quale avrebbe però opposto un immediato rifiuto. Per questo fatto dunque le due società coinvolte sono state deferite al pari dei tre giocatori con l’aggravante per Gervasoni di essere implicato in molteplici vicende di questo tipo. (Nella foto: Pesoli nel corso della partita sotto inchiesta)
I collegamenti tra Pesoli e l’ex piacentino sono noti da tempo, da quando cioé la Procura di Cremona ha acquisito i tabulati telefonici in cui si dimostra lo scambio di parecchi sms – tra i 20 e i 30 – con l’approssimarsi della partita in oggetto. Gervasoni tra l’altro ha già ammesso che quelle comunicazioni servirono per capire se c’era la possibilità di combinare il match. La gara non fu, alla fine, manipolata e anzi finì malissimo per il Varese, travolto per 5-0 con tanto di un rigore fallito e il corredo di infortuni e cartellini che si ripercossero sui successivi playoff giocati contro il Padova.

COSA PUO’ SUCCEDERE – Per tracciare un parallelismo tra la giustizia sportiva e quella ordinaria, il provvedimento di oggi equivale a un rinvio a giudizio. A questo punto dunque il Varese, così come Pesoli, dovrà sostenere un’udienza davanti alla Corte Federale (l’equivalente di un processo) nel corso della quale si difenderà, cercando di dimostrare la propria innocenza. Il verdetto dei giudici, per responsabilità oggettiva e presunta, potrebbe portare (in caso di colpevolezza) alla penalizzazione della squadra nel prossimo campionato. Visto però che il Varese è implicato per una sola partita, i punti da scontare potrebbero essere pochi (2 o 3). Ben diversa la situazione della squadre coinvolte per più gare o addirittura per responsabilità diretta – vedi sotto – per le quali potrebbe scattare la retrocessione a tavolino.

IL PANORAMA – I deferimenti odierni coinvolgono in tutto 13 società e 44 tesserati coinvolti nelle indagini aperte dalle Procure di Cremona (dove è inserita la vicenda relativa al Varese) e Bari. Le posizioni più delicate sono quelle di Lecce e Grosseto, deferite per responsabilità diretta; nella stessa situazione del Varese ci sono invece Ancona, Siena, Novara, Torino, Varese, Albinoleffe, Bari, Udinese, Portogruaro, Sampdoria e Bologna.
A livello di tesserati fa scalpore il coinvolgimento di Antonio Conte (foto), attuale tecnico della Juventus campione d’Italia, accusato però di omessa denuncia e non del più grave illecito sportivo. Tra i giocatori ci sono altri due bianconeri, Bonucci e Pepe, per eventi accaduti quando giocavano rispettivamente nel Bari e nell’Udinese. Coinvolto anche il bomber del Bologna Di Vaio assieme ad altri calciatori di minore levatura, alcuni (come Masiello) già da tempo nell’occhio del ciclone.

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Pubblicato il 26 Luglio 2012
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