Una domanda al giorno, il sindaco risponde su piazza Vittorio Emanuele

Riprende la rubrica del sindaco in risposta alle domande dei cittadini. Questa volta tocca ancora ad una domanda di Porfidio in merito ai lavori per la realizzazione del piano integrato di intervento di Soceba

Per la rubrica “Una domanda al giorno. Per dare veramente voce alla nostra amata Busto. Senza intermediazioni”, alla domanda di Audio Porfidio “Perché l’Amministrazione Comunale ha voluto portare avanti a tutti i costi il piano urbanistico di Piazza Vittorio Emanuele, inaugurando il cantiere in campagna elettorale mentre oggi ad un anno di distanza tutto è fermo (come in molti prevedevano ai tempi del referendum) e l’unico intervento compiuto è stato lo spostamento del Monumento ai Caduti in Piazza Trento e Trieste ?” il sindaco Gigi Farioli risponde:

«Torniamo ancora una volta su un altro dei tanto argomenti annosi che hanno riempito le pagine dei giornali e ciò ci consentirà, credo con la soddisfazione di tutti, cittadini e lettori compresi, di far conciliare sintesi, brevità ed esaustività. Non molti invece sanno che il tema della riqualificazione del centro storico, ma in particolar modo di ciò che fino a qualche anno fa era patrimonio esclusivo di ratti e degrado, risale per le cronache alla fine degli anni 70. Le prospettive di riqualificazione dell’area sita tra la piazza Vittorio Emanuele, la piazza san Giovanni e la piazza santa Maria è oggetto di interventi pubblici e privati, alienazioni di patrimonio pubblico, permute tra pubblico e privato a far data dei primi anni 80. Soceba, la società che oggi è interlocutrice e attuatrice del Piano Integrato di Intervento, compare sulla scena di questo obiettivo, sempre rimasto nelle anticamere degli uffici quando, non nei cassetti dei professionisti, a far data dal 1985.

E’ solo con l’entrata in carica nel 2006 dell’attuale Amministrazione Comunale e della gestione urbanistica che vede a massimo responsabile l’assessore Giampiero Reguzzoni che aspirazioni, volontà di investimento, necessità di coordinamento con gli interessi pubblici e progetti di qualificazione dell’area, palesatesi sul finire della precedente, cominciano a tradursi in impegni, delibere, accordi, convenzioni, stipule e (tocchiamo ferro) lavori.

E’ infatti del lontano 2007 il primo atto propedeutico alla realizzazione del piano integrato di intervento che, a fronte della riqualificazione del comparto, intende restituire alla totale fruizione pubblica e pedonale, insieme con la piazza Vittorio Emanuele II anche tutti i camminamenti che, nel solco dell’autentica storicità ne consentano il collegamento con la piazza della basilica e quella del santuario.
Accanto a ciò, in attuazione di quanto previsto ormai dal lontano 1980 in tutte le strumentazioni urbanistiche, mai in questo senso variate, il piano integrato prevede la realizzazione del parcheggio interrato. Esso è stato costantemente richiesta di tutte le amministrazioni succedutesi dagli anni 70 in poi e considerato dagli attori del mondo economico, oggi veri protagonisti del progetto di sviluppo anche grazie all’istituzione del distretto urbano del commercio, elemento essenziale per la costruzione di un centro, bello, vivibile, attrattivo, in cui la rete del commercio di vicinato, in uno con le offerte d’alta
gamma e i locali del tempo libero possano risultare competitivi e vincenti rispetto ad ogni realtà di grande distribuzione o di altri centri commerciali non naturali.

E’ purtroppo vero che nonostante il lungo elenco di pratiche, di delibere, di pubblicazioni che hanno accompagnato un non certo affrettato iter, la convenzione urbanistica stipulata il 17 marzo del 2010 ha dovuto purtroppo pagare lo scotto anche di molti stop, non ultimo quello indotto dalle fasi referendarie che, proprio su iniziativa della Voce della Città ne hanno bloccato gli effetti per almeno un semestre.
E con ciò, come correttamente sottolinea in una recente intervista pubblica il consigliere Francesco Lattuada, concentrando l’attenzione sul dito e non sulla luna, cioè sul monumento ai caduti.
Non credo di dover imputare ad altri responsabilità e il mio profondo rispetto per la democrazia me lo impedirebbe ma, purtroppo, strumentalmente utilizzando un monumento che era stato purtroppo snobbato dai più, impunemente e immoralmente definito in senso quasi blasfemo e ridotto ad una rotonda, si è purtroppo perso più di un anno e provocato ahimè il ritardo di investimenti e finanziamenti anche creditizi facendo traslare il tutto in piena crisi economico-finanziaria.

Oggi il monumento, rammodernato, ripulito e ristrutturato secondo i dettami della sovrintendenza e ospitato assai più dignitosamente in piazza Trento e Trieste. E’ al termine di un cannocchiale ottico come suggeriva il suo autore, di un ideale percorso della memoria che va dal Tempio Civico, passa per via fratelli d’Italia, le steli e le memorie della liberazione e della shoah fino a raggiungere piazza Trento Trieste, memoria insieme di guerre, battaglie, caduti e, con l’edificio oggi del liceo artistico, della voglia di combattere contro ogni violenza o tortura.

Come sanno i nostri lettori, Soceba non è stata certamente estranea alle difficoltà economiche, finanziarie e creditizie di questi ultimi anni, ma come sanno anche i lettori gli impegni reciproci rimangono, non sono oggetto di libero arbitrio, e i lavori sono finalmente ripresi. Visto lo straordinario successo che avevano avuto queste idee e questi progetti, anche al MAPIC di Cannes, credo sia auspicio di tutti, anche di Audio Porfidio, che i lavori possano avere anche termine e il desiderio che sin dagli anni 70 era solo oggetto di sterili dibattiti possa tradursi in vissuta realtà e insieme che al degrado si sostituisca un ulteriore gioiello di una Città attrattiva che combatte contro oggi difficoltà a e ogni resistenza sapendo guardare al futuro all’insegna di ciò che ancora campeggia sulla scritta di piazza Vittorio Emanuele: Il futuro ha un cuore antico».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Luglio 2012
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