Bloccati tre corsi di laurea: preoccupati gli infermieri

I Collegi Ipasvi temono le ripercussioni future di questa decisione che blocca i nuovi corsi a Monza, Crema e al San Giuseppe di Milano

«Il nostro è un messaggio di solidarietà perchè la nostra università non è toccata da questo provvedimento, siamo già molto tirati con i numeri» Aurelio Filippini, presidente del Collegio Ipasvi di Varese ( che riunisce gli infermieri) si dice preoccupato dalla revoca delle autorizzazione all’apertura delle nuove sedi distaccate di corsi di Laurea infermieristica delle università milanese. La recente decisione di non attivare il corso a Monza, Crema e al San Giuseppe di Milano ha spiazzato l’ambiente universitario: sia per i costi già sostenuti e le iscrizioni raccolte sia per la penuria di specializzati: « Anche se attualmente sono bloccate le assunzioni nelle aziende ospedaliere – racconta Filippini – c’è sempre grande richiesta di infermieri, il territorio ne ha grande bisogno».

Si temono dunque, al di là dei problemi organizzativi immediati, ripercussioni future per una decisione che riguarda 85 futuri studenti: «Inaspettata ci giunge la notizia riguardante la revoca delle autorizzazioni all’apertura di nuove sedi distaccate di Corsi di Laurea in Infermieristica delle Università Milanesi” afferma la Presidente del Coordinamento Regionale Collegi IPASVI della Lombardia Beatrice Mazzoleni “ tali nuove sedi, che avrebbero dovuto formare 85 nuovi studenti, perseguendo il modello “campus”, legato direttamente ad aziende ospedaliere di eccellenza, avrebbero dovuto e potuto garantire la qualità della formazione e il rapporto stretto tra studente, formatore e assistito»
 
Nel dettaglio, i dettami contenuti nel protocollo d’intesa tra la Regione Lombardia e Università (DGR 7/20950 del 2005) definiscono i requisiti minimi per l’attivazione dei corsi di laurea sia in termini strutturali che di personale docente (1 tutor ogni 15 studenti). Attualmente, i numeri di posti disponibili per la formazione infermieristica messi a disposizione dalle singole sedi ad oggi autorizzate, vanno ben oltre questo rapporto.
La rappresentanza degli Ordini Provinciali della Lombardia, non condivide l’improvvisa e ingiustificata decisione di non apertura delle sedi concordate da tempo, per le quali ricordiamo sono già stati pubblicati i bandi di iscrizione per gli studenti e predisposti strumenti e risorse necessari per la piena operatività delle sedi stesse.
La riduzione dei posti per la formazione dei futuri professionisti infermieri, non fa altro che confermare l’attuale tematica inerente i gravi rischi che gli utenti corrono quando l’assistenza viene sottodimensionata in termini quali e quantitativi.
È fatto pertanto obbligo, nel rispetto delle responsabilità verso i cittadini, i potenziali studenti e i professionisti rappresentati, chiedere un intervento immediato di Regione Lombardia che garantisca il rispetto degli accordi presi e delle indicazioni espresse nei mesi precedenti per l’anno accademico 2012-2013, non solo in termini numerici, ma soprattutto in termini di qualità del processo formativo, quale garanzia per gli assistiti di erogazione di processi assistenziali sicuri».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Agosto 2012
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