Cobra, sciolto il contratto con i tedeschi: ”Ma venderemo, stiamo lavorando bene”

Lo comunica una nota dell'azienda varesina, dopo lo scadere dei termini per la messa in pratica del contratto preliminare di cessione. L'ottimismo però ancora prevale

Cobra«In relazione al contratto preliminare di cessione della divisione dei Sistemi Elettronici firmato con Bluo lo scorso 17 febbraio (…) Cobra informa che, alla data del 31 luglio 2012, non tutte le condizioni sospensive previste dal contratto si sono verificate e pertanto il contratto deve intendersi risolto».

Con queste poche righe a margine di un lungo comunicato che comunica la cessione interna di divisioni del gruppo, Cobra comunica che l’accordo annunciato a febbraio scorso per la cessione della divisione di produzione di sistemi elettronici, che include la sede di Varese Masnago (450 dipendenti circa), al fondo tedesco Bluo è stato sciolto.

Non cambiano però le strategie dell’azienda: «Cobra conferma la sua strategia di focalizzazione nei servizi ad alto valore aggiunto, e la cessione della divisione dei sistemi elettronici rimane tra gli obiettivi aziendali» spiega la loro nota,  confermata anche dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato Mario Rossetti che, nel comunicare il trasferimento di due aziende controllate, la Drive Service e Easydrive Car Service sotto la Cobra SN, spiega che: «Tale operazione è per noi necessaria e indispensabile, sia per una semplificazione societaria e conseguente saving all’interno del Gruppo, che per un rilancio del core business di Cobra focalizzato sui Servizi».

Cobra continuerà a concentrarsi quindi sempre più sulla parte servizi, gestita in provincia dalla sede di Busto Arsizio, dove lavorano circa 500 lavoratori. «Per la parte produttiva, però, ora la situazione è incerta – commenta Nino Cartosio, che per Fiom Cgil segue l’azienda varesina – Nel momento in cui era stato siglato l’accordo la situazione dell’azienda era preoccupante: con una perdita di bilancio in doppia cifra per milioni di euro e un pesante indebitamento finanziario. E la parte in vendita era quella che subiva le maggiori perdite. Il fatto che l’accordo non sia arrivato a conclusione concreta fa pensare: ora cosa si fa? E’ necessario pensare a un piano industriale alternativo o il mancato “closing” con i tedeschi è solo rimandato?».

Più ottimista invece il segretario di Fim Cisl: «Bisogna ammettere che nei primi sei mesi del 2012 l’azienda ha preso decisioni che hanno portato la società verso il pareggio di bilancio, con manovre molto diverse rispetto ai tre difficili ultimi anni – spiega Mario Ballante – Insomma: Cobra non è più un’azienda sull’orlo del burrone, ma ha dimostrato al contrario che può ritrovare equilibri economici positivi. Ora però c’è questa interruzione in un percorso che sembrava già segnato: ce ne sarà un altro? Quali elementi hanno indotto a cambiare strada?»

Che naraine«Innanzitutto, lo scioglimento dell’accordo si può considerare una questione tecnica: non sono cambiate le situazioni di partenza, sono piuttosto mancati i tempi per raccogliere tutte le informazioni che via via ci hanno chiesto le banche – spiega Che Naraine, direttore generale di Cobra – Il risultato è che l’impegno preso a febbraio è sciolto, ma questo non significa però che il dialogo con i rappresentanti del fondo tedesco è rotto: continueremo a parlare con loro, ma ora possiamo anche valutare le proposte di altri». Una possibilità corroborata dal fatto che «Noi siamo in una situazione migliore di sei mesi fa – sottolinea Che Naraine – L’azienda è sana e la soluzione, anche per i lavoratori, è ancora vendere. Una soluzione a cui continuiamo a lavorare e che sono certo verrà risolta in pochi mesi».

Proprio i lavoratori, e i fornitori, possono essere maggiormente preoccupati della notizia. A loro cosa si può dire? «Il mio punto di vista è semplice: noi stiamo vivendo in una situazione che è già difficile in senso generale, ma per Cobra è anche piu difficile visti gli scarsi risultati degli ultimi tre anni. Adesso stiamo facendo del nostro meglio per uscirne, e i risultati si vedono. I lavoratori devono solo continuare a lavorare come sempre, per mostrare la potenzialità dell’azienda anche nel futuro: perchè sono quei risultati che ci porteranno a un futuro solido. Un pensiero che possono avere anche i nostri fornitori, alla luce delle nostre produzioni»


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Pubblicato il 02 Agosto 2012
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