Guerra sull’isolino: “E’ il comune che ha cambiato idea”

Il gestore del ristorante sotto sfratto afferma che Palazzo Estense gli aveva consentito la permanenza ma poi ha contravvenuto agli accordi e annuncia vie giudiziarie

Il caso della contesa per la gestione del sito Unesco dell’Isolino Virginia fa discutere. Il comune chiede al tribunale lo sfratto del gestore del ristorante per installare una scuola alberghiera. L’esercente Antonio Longo risponde con una  lettera in cui ricorda che anche dopo l’inzio della contesa legale il comune di Varese ha concesso di proseguire nella gestione del compendio.
«La proroga è stata formalizzata con nota dell’1 febbraio 2012, con la quale il Comune ha
ritenuto “accoglibile la permanenza…” nel sito, ma quel che ora è ancor più importante che sin
dal febbraio scorso tale permanenza era espressamente ammessa dal Comune “fino all’avvenuto
affidamento del soggetto aggiudicatario a seguito di procedura con evidenza pubblica”». 
Dunque, Longo contesta la definizione che il comune dà della sua permenza, ovvero una occupazione senza titolo del bene patrimonio dell’umanità ma affrma che la sua è una «permanenza legittima ed autorizzata dallo stesso Comune con quella nota del
febbraio scorso che ha legittimato la permanenza sino a quando non ci sarà un nuovo gestore».

«Conseguentemente, certi della possibilità di poter operare, almeno per tutta la stagione ci siamo
organizzati e
sono state prese le prenotazioni sino a conclusione della stagione e quindi sino a fine
ottobre e anche oltre. E ciò anche in considerazione della circostanza che il Comune non aveva
ancora pubblicato il bando per l’affidamento del compendio»
Il gestore accusa il comune di aver cambiato idea: «Del tutto inaspettatamente, invece, il Comune, venendo meno ai precedenti accordi formalizzati con nota di febbraio, lo scorso 12 luglio ha diffidato di liberare l’alloggio di servizio sito nella palazzina del museo, addirittura in tre giorni e la rimanente parte del compendio, e specificatamente
della palazzina ristorante, entro il 30 settembre, adducendo l’occupazione senza titolo da parte
nostra». 

Il gestore aggiunge che «ciò procura danni ingentissimi perché, proprio sulla base di quanto concesso con la nota dello scorso febbraio erano stati assunti vari impegni e prenotazioni».  Secondo Longo «il bene patrimonio dell’umanità che tanto sta a cuore all’Amministrazione, continua ad essere curato e mantenuto da noi ed è con noi che è tornato a vivere: basta ricordare in che stato si trovava quando è stato preso in mano da noi e come si trova adesso, nonostante gli innumerevoli ostacoli burocratici spesso frapposti». «Perciò, non intendendo subire ancora le decisioni arbitrarie e irragionevoli del Comune – conlcude l’esercente –  ci riserviamo di adire ogni più opportuna via, anche giudiziale, anche al fine di tutelare gli interessi economici coinvolti e ottenere ristoro dei danni conseguenti per questo repentino e ingiustificabile ripensamento da parte dell’Amministrazione». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Agosto 2012
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