La storia delle acciaierie Riva 1954-2012

La prima colata risale al 7 marzo 1957 nello stabilimento di Caronno Pertusella. Oggi il Gruppo Riva possiede 38 stabilimenti nel mondo di cui 20 in Italia. E’ il quarto produttore europeo con 16 milioni di tonnellate di acciaio e il quinto mondiale, fattura 10,1 miliardi di euro e dà lavoro a 27.711 persone

Emilio Riva (foto) nasce a Milano nel 1926. Già da adolescente lavora per alcune aziende che trattano prodotti siderurgici, ma sarà lo zio ad introdurlo nel settore. Nel 1954 inizia l’avventura imprenditoriale con il fratello Adriano commerciando rottami ferrosi, nasce così la Riva & C., società in accomandita semplice.
L’acciaieria capostipite del gruppo viene costruita a Caronno Pertusella nel luglio del 1956 sotto la guida dello stesso Emilio, la prima colata fu il 7 marzo del 1957 (da allora in poi ogni anno verrà celebrata la ricorrenza). L’impianto di Caronno, che è il prototipo della miniacciaieria, poteva contare su cinque forni che producevano 600 tonnellate di acciaio al giorno. In pochi anni, la produzione passa da 30 mila a 190 mila tonnellate di acciaio semilavorato.
Nel 1961 Emilio Riva incontra l’ingegnere Enzo Colombo e nasce così il “progetto Colombo”, ovvero la realizzazione della colata continua curva. Insieme a un costruttore di Udine viene costituita una joint venture per realizzare il progetto e nel giugno del 1964  il nuovo impianto entra in funzione per la prima volta a Caronno. È il primo al mondo a produrre “bilette” (che sostituiscono i lingottini di acciaio) da stampaggio direttamente da colata continua, una vera rivoluzione perché riduce notevolmente i costi rispetto alla concorrenza.
Il gruppo Riva diventa così detentore di un know-how sulla colata continua che esporta anche in altri paesi, sia europei che extraeuropei. Grazie a questa innovazione l’acciaieria di Caronno passa indenne la crisi economica del 1964.
Tra il 1959 e il 1970 la produzione di acciaio cresce di 2,5 volte proprio grazie alla colata continua e il gruppo Riva con 300 mila tonnellate detiene l’8% della produzione delle miniacciaierie.
Nel 1966 viene rilevato l’impianto di Lesegno colpito dalla crisi che diventerà poi la società Acciaierie Ferriere del Tanaro in provincia di Cuneo.
Nel 1973 il fratello Adriano (foto) si trasferisce definitivamente all’estero e nel 1974 costituisce a Montreal la Associated Steel Industries per il recupero del rottame automobilistico.
L’attività dei Riva dunque non si estende solo in Italia ma anche all’estero. Nel 1976 entra nel mercato francese dove rileva la maggioranza dell’Iton Seine, specializzata nella produzione del ferro per il cemento armato, mentre in Spagna acquisisce una quota della Siderurgica Sevillana (Sise), il cui intero capitale viene rilevato definitivamente nel 1988.
Il 1973 e il 1974 sono gli anni dell’austerity causata dalla crisi petrolifera e la siderurgia europea accusa il colpo, soprattutto gli impianti più vecchi. Nel 1975 l’Italia sorpassa Francia e Inghilterra nella produzione di acciaio e inizia a farsi sentire la presenza dei competitor extraeuropei, primi fra tutti Corea del Sud, Messico, Argentina e Brasile. Ma l’Italia con le sue miniaccaierie continua a svilupparsi e a guadagnare quote di mercato, tanto che nel 1978 i produttori italiani – ed Emilio Riva è tra loro – sbarcano in Cina, un mercato da sempre riservato ai giapponesi.
Nel 1980 il Gruppo Riva raggiunge quota 1,1 milioni di tonnellate di acciaio (il 61% prodotto in Italia, il 28% in Spagna e il 21 % in Francia) e 670 mila tonnellate di laminati. Nel 1981 viene acquisita la società veronese Officine e Fonderie Galtarossa (OFG) e nel 1986 lo stabilimento di Cerveno in Valle Camonica.

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L’acciaio e il Gruppo Riva 4 di 14

Nel 1988 il gruppo Riva acquisisce la maggioranza della società Acciaierie di Cornigliano e avrà come socio di minoranza lo Stato con la Nuova Italsider che poi cederà l’intero controllo. Sarà la prima privatizzazione in Italia che consentirà ai Riva di raddoppiare la propria produzione di acciaio in Italia. Nel 1988 il gruppo rileva anche la maggioranza della Alpa (Acieres e laminoirs de Paris) azienda pubblica francese. E così alla fine degli anni ’80  il gruppo riva produce 3,2 milioni di tonnellate di acciaio e 2,2 milioni di tonnellate di laminati.
A cavallo tra il 1989 e il 1992 continua l’espansione del gruppo in Europa con altre acquisizioni in Belgio (la Cockeril-Sambre di Charleroi) e in Germania che con la riunificazione permette ai Riva di acquisire due impianti a Berlino dalla Treuhandanstalt l’ente di stato tedesco che si occupa delle privatizzazioni. Nel 1994 il Gruppo Riva con 5,8 milioni di tonnellate di acciaio e 5 milioni di tonnellate di laminati, produzione distribuita in 5 paesi diversi, è tra i principali produttori europei.

Nel 1994 arriva anche la privatizzazione dell’Ilva di Taranto che oggi rappresenta la principale unità produttiva del Gruppo Riva. Con i suoi cinque altiforni è l’impianto più grande d’Europa, una dimensione che in un solo anno consente al gruppo di portare la sua produzione di acciaio da 6 a 14,6 milioni di tonnellate e passare da 5 a 12,8 milioni di tonnellate di laminati.
Nel 2000 si ritorna a guardare alla Francia e vengono acquisiti i siti produttivi della Sam di Neuves Maisons e Montereau.
Oggi il gruppo Riva possiede 38 stabilimenti nel mondo di cui 20 in Italia e 20 centri servizi e società commerciali. È il quarto produttore europeo con 16 milioni di tonnellate di acciaio e il quinto mondiale, fattura 10,1 miliardi di euro e dà lavoro a 27.711 persone. Il management del gruppo è al 100% della famiglia Riva che detiene le cariche operative più importanti. Oltre al presidente Emilio ci sono i figli Fabio, Claudio, Nicola, Daniele e nelle posizioni chiave Cesare e Angelo.
Emilio Riva non ama definirsi un capitalista ma «un imprenditore industriale».

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Pubblicato il 27 Agosto 2012
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