Via Walter, arriva Callisto: l’ospedale cambia

Passaggio di testimone alla direzione dell'azienda ospedaliera. Bergamaschi saluta e strappa lacrime e applausi, Bravi assicura: «Sono una persona aperta»

I due direttoriAll’ospedale di Varese è stato il tempo dei saluti. Al centro della scena Walter Bergamaschi. Nell’ultimo collegio di direzione dell’azienda ospedaliera di Varese il direttore generale uscente ha tirato le fila dei suoi cinque anni di attività, ripercorrendo le tappe salienti, i momenti difficili o esaltanti che ne hanno caratterizzato la direzione. Un po’ emozionato ha parlato di quest’esperienza come della più importante della sua vita: « Guidare un’azienda di 4000 dipendenti che serve un bacino d’utenza di 350.000 persone mi metteva molta pressione. Io ne ero responsabile e per questo mi sono messo in gioco completamente».
E proprio l’approccio umano, ancor prima che manageriale, è la qualità che i numerosi presenti gli hanno riconosciuto con lunghi e ripetuti applausi. Medici, infermieri ma anche personale amministrativo si è stretto a un dg molto stimato che da sabato siederà sullimportante poltrona all’ospedale Niguarda.

Al suo fianco, questa mattina, c’era il futuro dell’azienda, Callisto Bravi, bergamasco sposato con 4 figli dai 19 ai 6 anni, che un po’ intimidito ha raccolto il testimone: « Sono contento di lasciare quest’azienda al dottor Bravi di cui ho apprezzato in questi giorni il senso pratico di gestione – ha detto Bergamaschi presentandolo – Condividiamo il sistema di approccio al problema sempre basato sui dati ed esperienze. Ciò che lo facilità è la sua formazione professionale: lui è un medico e potrà intervenire anche laddove io non riuscivo per problemi di mia formazione. Gli lascio un ospedale fatto da grandi professionisti che hanno dimostrato di saper innanzitutto accogliere: tra i tanti traguardi raggiunti voglio ricordare l’apertura dell’hospice, un reparto che non c’era e dove, più che in altri ambiti, si vede e si sente l’alta professionalità del nostro personale infermieristico che accompagna e sta vicino alla persona. Gli lascio un ambiente dove sono state pianate alcune divergenze e si è instaurato un clima sereno che, spero, sia stato avvertito dalla popolazione». 

Callisto Bravi, in arrivo dal Sacco, è cosciente di arrivare in un’azienda molto amata dal proprio territorio: « So che è importante per la città sapere cosa si stia facendo e per questo darò trasparenza a tutte le iniziative e le decisioni che riguarderanno l’attività assistenziale. La presenza dell’università va considerata un valore aggiunto, soprattutto in un momento delicato come quello attuale dove si sente solo parlare di tagli e risparmi. Invece la medicina deve essere sempre investimento e il mondo accademico è una garanzia per continuare a crescere e ad aggiornarsi».
E proprio il ruolo dell’università ritorna centrale, in un ospedale che ha vissuto anche in modo pesante le frizioni tra le sue due anime. Bergamaschi era riuscito a trovare la quadratura del cerchio, una quadratura che oggi passa nelle mani del successrore di cui si sa bene l’appartenenza: «Io faccio parte di Comunione e Liberazione ma questo non può essere visto come uno stigma, altrimenti ci mettiamo un simbolo di riconoscimento come la Stella di David. Io occupo questa poltrona dopo aver fatto una lunga gavetta partendo dal basso. Walter Bergamaschi è stato più fortunato crescendo in ambienti ministeriali dove è più facile fare gli anticorpi. Il fatto che io sia di CL mi mette solo in condizione di avere più amici a cui rivolgermi nel momento del bisogno. Nonostante io sia bergamasco, sono cresciuto in una famiglia operaia dove l’accoglienza era normale con un grande via vai di persone. Io sono una persona aperta e pronta all’accoglienza».

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Pubblicato il 29 Agosto 2012
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