Commozione e lo squillo di tromba. San Carlo saluta don Gianni

Chiesa strapiena e ben 47 preti a concelebrare la messa, presieduta da monsignor Luigi Stucchi, dal prevosto di Varese Gilberto Donnini e dal vicario episcopale monsignor Franco Agnesi

«Addio è una bella parola: me l’ha insegnato mio zio. Perchè ha nella sua radice “A Dio” che vuol dire andare verso il Signore» è con questa frase che Maria Teresa, nipote di don Gianni Brambilla, ha dato il saluto della famiglia all’amatissimo prete morto lo scorso 17 settembre. In una chiesa di san Carlo strapiena fino a riempire il sagratoparrocchiani, amici, familiari gli hanno dato l’ultimo saluto nella parrocchia che lui stesso contribuì in prima persona a fondare nel 1961.

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A concelebrare il rito funebre ben 47 preti, che hanno voluto onorare così il loro compagno di vocazione: e in prima fila, sull’altare, c’erano monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale di Varese fino a poche settimane fa ora chiamato a Milano, il prevosto di Varese monsignor Gilberto Donnini e l’attuale vicario episcopale di Varese, monsignor Franco Agnesi.

«Ho conosciuto don Gianni nel tempo del vigore: ho conosciuto il suo grande entusiasmo e quel suo sguardo, e quella sua vita intensa, che ci parlavano – ha ricordato Monsignor Stucchi nell’omelia – L’ho poi ritrovato al momento della rinuncia e della consegna del mandato: stagioni diverse, ma vissute da un uomo che non hai mai perso la speranza, e ha sempre continuato, fino all’ultimo, a diffondere gioia. Attraverso la sua umanità ha permesso a tutti di sperimentare cosa significasse la vicinanza: la sua, innanzitutto, e per suo tramite anche quella di Gesù. E la comunità, qui convocata da lui come tante altre volte, sono certo che non vorrà vivere solo di ricordi, ma anche di impegno: perché lo vorrebbe lui, e perchè se conosciamo meglio il Signore lo dobbiamo anche al nostro carissimo don Gianni»

Alla serenità durante le esequie dei famigliari di don Gianni, scomparso all’età di 87 anni – 50 dei quali passati nella parrocchia di san Carlo – ha fatto da contraltare la commozione profonda della sua gente, i tanti fedeli che almeno una volta hanno assistito ad una sua messa, lo hanno ascoltato suonare la tromba nel corso di una gita o vicino al Mosè al Sacro Monte.

«Vorrei che questa cerimonia non finisse, per continuare a vederti ancora nella tua chiesa – ha ricordato Antonio, uno dei suoi parrocchiani, intervenuto alla fine della funzione – Don Gianni è stato una presenza costante: di sorrisi, d’amore e anche di litigi, perchè affrontava tutto con passione. Ognuno di noi porta con sè un tuo ricordo: abbiamo avuto molti momenti sereni, e abbiamo cantato accompagnati dalla sua anche un pò stonata fisarmonica e ci ha radunato nelle gite e negli eventi con la sua tromba». Una tromba, quella che ha caratterizzato la sua vita di parroco, che è stata leit motiv della funzione accompagnando le musiche insieme all’organo e che ha salutato l’uscita della bara con un assolo sulle note del “Silenzio” di Nini Rosso.

Prima di andarsene, però, don Gianni ha lasciato ai suoi parrocchiani il suo testamento spirituale: ritrovato tra le sue carte in tre foglietti e letto da don Massimiliano Terraneo, l’attuale parroco della comunità pastorale don Gnocchi, che ora comprende anche la parrocchia di San Carlo. «Il primo e più antico testamento che abbiamo trovato era un foglietto con poche parole dove c’era scritto così: “Testamento: Che bella vita che ho fatto! grazie signore Gesu. I miei desideri: morire sull’altare, abbracciare la mia mamma, assistere ai miei funerali” – ha spiegato don Massimiliano – Alla fine è riuscito a fare tutto, e ora ci starà vedendo e sorriderà alle nostre spalle».

Con il suo testamento, don Gianni è riuscito a regalare un ultimo sorriso ai suoi parrocchiani. Che, in cambio,  l’hanno accompagnato fin nella sua ultima dimora facendo uno strappo alla regola dei funerali cittadini: a piedi, in processione, nel suo ultimo viaggio terreno verso il cimitero di Bizzozzero. Una tradizione che la città, per motivi pratici, ha ormai perso da molti anni e che don Gianni meritava, per ricevere l’ultimo commosso abbraccio. 

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Pubblicato il 20 Settembre 2012
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