Ex tintoria occupata. I nuovi “inquilini” aprono ai vicini
Prosegue l’occupazione iniziata sabato da parte del “Comitato Autorganizzato Saronnesi Senza Casa”, tra colazione antisgombero e assemblea aperta al vicinato per spiegare la situazione
Ancora occupata l’ex tintoria di via Bainsizza. Un gruppo di giovani, che si riunisce sotto il nome del “Comitato Autorganizzato Saronnesi Senza Casa”, nato anche da alcuni frequentatori del centro sociale Telos, ha occupato sabato lo stabile abbandonato, di proprietà di un privato.
I carabinieri stanno tenendo monitorata la situazione, ma per ora non c’è stato alcun intervento di sgombero e nessun tipo di disordine. Intanto, i giovani stanno vivendo giorno e notte nell’edificio, adattandolo alle loro esigenze e facendo conoscenza con i residenti del quartiere. Infatti, oltre ad aver organizzato alcune “colazioni aperte” a coloro che vi volessero partecipare, è stata indetta un’assemblea pubblica per martedì sera, per incontrare i residenti della zona e spiegare loro le motivazioni che hanno portato i ragazzi all’occupazione.
Nei giorni scorsi i giovani avevano spiegato di aver occupato «per soddisfare la necessità di avere un tetto sopra la testa. Ci avevamo già provato a inizio estate con l’occupazione brevissima di una villetta sfitta in via Monte Generoso. L’intervento delle forze dell’ordine e il successivo sgombero non ci hanno tolto la voglia di provarci ancora. Non solo perchè ci serve un tetto sotto cui vivere, ma anche e soprattutto per sperimentare un diverso modo di abitare e condividere gli spazi, per far sì che questo luogo diventi un crocevia di esperienze e incontri».
Il Comitato ha anche pubblicato sulla propria pagina Facebook anche un vero e proprio programma, con la richiesta per i simpatizzanti di procurare il materiale necessario per proseguire con l’occupazione: sedie e tavoli, stufette, pentole, posate, piatti, candele, e molto altro. Insomma, l’occorrente per poter proseguire con la protesta.
Unico simbolo fuori dall’edificio uno striscione con la scritta “senza casa non ci sto”. Ed anche due paia di scarpe, che sono state appese a un filo e lasciate penzolare.
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