Ambrosoli, l’antipopulista che parla al plurale

La visita del candidato alle primarie del centrosinistra nella nostra città: conferenza stampa e incontri con le forze economiche

La prima cosa che salta all’occhio è che Umberto Ambrosoli è il contrario di Roberto Formigoni. Non si veste con giacche sgargianti, non è egocentrico, non alza la voce. Evita ogni tipo di populismo, dice più spesso “noi” che “io”, e non vuole esser chiamato «il governatore…un termine che proprio non mi piace». Ma il suo sfidante alle primarie del centrosinistra e, se vincerà, alla guida della presidenza regionale, non sarà Formigoni dunque non è detto che la contrapposizione antropologica sarà utile. Di certo batterà sulla contrapposizione etica, che Ambrosoli vuole rimarcare, con la gestione regionale precedente. «Serve una discontinuità etica – osserva parlando con i giornlisti al caffè Zamberletti di Varese – e molto ascolto». Vuole più controlli nella sanità, opere pubbliche che abbiamo la certezza di esser completate, politiche del lavoro mirate alla qualità.

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Pronuncia un breve discorso che ha queste parole chiave. «Il fallimento delle politiche basate sulle pulsioni autonomiste, che hanno prodotto solo il populismo». «Il declino etico e morale del centrodestra, nato da un federalismo che in realtà è stato solo centralismo». «L’antieuropeismo è stata un’occasione sprecata per la Lombardia, e per la crescita dei suoi territori». «La nostra proposta dovrà coinvolgere anche il mondo civico e si dovrà andare oltre la politica stessa». Ambrosoli apre le porte a tutti, anche a chi ha simpatie grilline: «Vedo in loro una voglia di partecipare e di esserci».
Quanto agli altri candidati delle primarie è cauto. «Credo abbiamo tutti dei riferimenti simili, la mia proposta ritengo sia quella che ha più opportunità di segnare quella discontinuità etica con il passato che mi sta molto a cuore».
Ambrosoli è andato a votare alle primarie nazionali del centrosinistra ma non vuole dire chi ha scelto, perché non vuole creare alcuna divisione, e alla fine risponde anche a una domanda su Malpensa: «Opportunità per il territorio ma fin qui sprecata» e soprattutto ribadisce che a suo avviso «la terza pista non è giustificata stando le attuali previsioni di crescita, non mi pare non ci sia urgenza». Nel pomeriggio incontra le forze econmiche e sindacali della provincia. 

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Pubblicato il 06 Dicembre 2012
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