Anche Somma dà il via libera all’accordo “dei 12 milioni”

Dopo Ferno e Lonate, anche il terzo Comune dice sì all'intesa per demolire le case nelle aree delocalizzate con fondi legati al progetto di futuro ampliamento di Malpensa. Il Pd: "I tre sindaci come Dottor Jekill e Mister Hide, dicono due cose opposte"

Dopo Ferno e Lonate Pozzolo, anche Somma Lombardo dà il via libera all’accordo con la Regione per le aree delocalizzate. L’accordo – molto contestato dalle voci critiche verso la terza pista e l’ampliamento "territoriale" di Malpensa – prevede un finanziamento di 12 milioni per "bonificare" e abbattere le abitazioni disabitate dopo la delocalizzazione legata a Malpensa 2000. Chi critica l’accordo – comitati ma anche i circoli Pd dei Comuni intorno all’aeroporto – sottolinea invece il legame esistente tra il finanaziamento e la terza pista: i fondi sono infatti legati da Sea al via libera all’insieme di progetti previsti dal Master Plan. Per questo il Pd chiedeva un riferimento esplicito nel Protocollo che ribadisse il no alla terza pista e al polo logistico.

La giunta Colombo plaude a un accordo di compromesso che però «ci avvicina al risultato». «Ribadiamo che non è un autorizzazione implicita al masterplan – spiega il sindaco Guido Colombo – ma un passo concreto di avvicinamento alla soluzione del problema delle case delle aree delocalizzate». Il consiglio comunale è stato lungo e a tratti teso. Il Pd ha presentato, anche a Somma, un maxiemendamento che chiedeva di modificare il Protocollo d’intesa, ma la maggioranza l’ha respinto votando a pieni voti (PdL e Lega) la delibera prevista. Rispetto alle articolate richieste venute dal Pd, si è aggiunta anche una notazione particolare, che ha creato dibattito, quella relativa ai costi di trasferimento delle aree, che dovranno passare dal Comune alla Regione: «Abbiamo contestato anche l’espressione "costi zero per il Comune" nel Protocollo, che si rifaceva al "verbale di accordo del 17 ottobre”» dice Jimmy Pasin, del Pd. La puntualizzazione dei democratici ha portato anche ad una sospensione di una mezzoretta, alla ricerca del riferimento messo a verbale: «Ma non risulta da nessuna parte che l’operazione sia a costo zero per il Comune, non è mai stato scritto da nessuna parte».

Nella delibera è stato accolto un emendamento (proposto da Francesco Calò, PD) che chiede vigilanza contro le infiltrazioni mafiose, visto che riguarda un settore (demolizioni, edilizia, movimento terra) e aree che hanno visto all’opera la criminalità organizzata. Via libera invece al Protocollo così com’è, senza alcuna modifica: un passaggio che il centrosinistra ritiene mostri anche la fretta e la strada obbligata intrapresa dalle tre amministrazioni di centrodestra: «Hanno paura di modificare il protocollo e di riportarlo in Regione – dice Pasin – perchè non c’è più l’assessore di riferimento Daniele Belotti, che ha firmato il protocollo due giorni prima di dimettersi», a causa dello scandalo della corruzione e delle sospette infiltrazioni mafiose venute alla luce con il caso che ha travolto l’assessore alla casa Domenico Zambetti. Pasin sottolinea anche il voto a favore della Lega Nord, «che invece a Ferno e Lonate si era astenuta sull’accordo».

Per il resto, il centrosinistra mantiene la sua idea: il Comune da un lato dice di non accettare il Master Plan Sea (così votà il consiglio comunale), dall’altro si augura che il progetto di ampliamento vada in porto, per avere i 12 milioni di euro che servono a "sanare" le ferite del passato (legate a Malpensa 2000). «Dottor Jekyll e Mister Hide», dice Pasin, che all’inziio del consiglio comunale ha provocatoriamente apposto un cartellino con questa duplice definizione sul banco del sindaco Guido Colombo.
Colombo (nella foto a destra), invece, guarda all’operazione con disincanto: «Quando si governa bisogna essere concreti: le battaglie ideologiche vanno bene, ma fino ad un certo punto. Quando si governa bisogna anche trovare la concretezza di un risultato. Bisogna trovare una soluzione soddisfacente. Se dall’opposizione dicono che siamo dei venduti fa parte delle regole del gioco. Ma chi governa deve pesare tutte le posizioni in campo e trovare un compromesso, che non è una svendita del territorio, ma una decisione che in questo caso ci permette di portare al tavolo del confronto una società, la Sea, che finora ha a utilizzato il territorio solo per il conseguimento dei propri fini. La buona politica deve trovare la soluzione al problema».

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Pubblicato il 18 Dicembre 2012
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