I senza tetto rimangono senza rifugio. E adesso?
Si arena il progetto del rifugio per i clochard in città con Amministrazione e Ferrovie che non hanno trovato nessun accordo in tre settimane di trattative. E intanto si vaglia l’unica proposta alternativa: la sala d’aspetto della stazione.
Tra i vestiti che il Comune di Busto Arsizio sta donando ai bisognosi, forse qualcuno sarebbe meglio tenerlo da parte per i senzatetto della città. Il progetto del dormitorio di fianco alla stazione, infatti, si è arenato. Nell’ultima riunione della commissione servizi sociali è stato l’assessore Ivo Azzimonti a far svanire il sogno del dormitorio annunciando che la trattativa con i proprietari della struttura, FS Holding, non è ancora andata in porto. Ma con i primi fiocchi di neve che scendono dal cielo e le temperature che calano a picco si pone in termini allarmanti la questione di offrire un riparo alle persone che rischiano di passare questi mesi all’aperto.
Gli occhi dell’amministrazione si sono già posati -per l’ennesima volta- sulla sala d’aspetto dello scalo ferroviario di Busto. «Per noi è ancora in vigore l’accordo con le ferrovie del 17 agosto scorso» spiega il presidente della commissione Servizi Sociali Mario Cislaghi e «per questo motivo i clochard saranno ospitati in quella sede». Ma nonostante la soluzione tampone i problemi non sono certo finiti. FS aveva infatti già fatto sapere che la sala d’aspetto non sarebbe più stata disponibile per questo utilizzo e aveva proceduto qualche mese fa alla rimozione dei termosifoni. «Non c’è stata nessuna modifica o cancellazione di quella convenzione che avevamo sottoscritto» continua Cislaghi spiegando che, con una lettera datata 5 dicembre «il Sindaco ha comunicato questa decisione alle ferrovie, chiedendo anche il ripristino del riscaldamento».
Una svolta prevedibile, quasi scontata, del progetto che ormai da anni viene discusso in città. I Lions, che si faranno carico delle spese di sistemazione del rifugio, hanno infatti chiesto almeno un paio di mesi di tempo per progettare, realizzare e consegnare i lavori e questo equivarrebbe -se Comune e Fs firmassero oggi stesso l’accordo- ad aprire il rifugio a febbraio. Un po’ troppo tardi. Ma questo inconveniente potrebbe trasformarsi in una nuova opportunità. «Avendo più tempo a disposizione, la progettazione dello spazio sarà organizzata in un modo migliore -precisa Cislaghi- così da poter rendere i 16 posti letto della struttura disponibili anche nei mesi non invernali».
Ma tutto questo dipenderà dall’accordo che Palazzo Gilardoni e FS Holding discutono da ormai tre
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