Il gotico lombardo “rivive” grazie agli Artigiani
Confartigianato Varese con la Fondazione San Giuseppe ha sponsorizzato il restauro di sette tavelle lignee di Bonifacio Bembo “ritrovate” al Museo Pogliaghi. Fino al marzo 2013 saranno esposte alla Pinacoteca dell'Ambrosiana
Don Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, non ne fa mistero: «I rapporti con il Museo Pogliaghi del Sacro Monte di Varese, e il suo futuro, sono ancora da decidere». Lo ha detto in occasione della conferenza stampa che si è tenuta martedì 4 dicembre, all’Ambrosiana, per la presentazione del restauro di sette tavelle lignee di Bonifacio Bembo “venute alla luce” al Museo Pogliaghi del Sacro Monte di Varese. Un lavoro durato più di un anno e sponsorizzato per intero dalla Fondazione San Giuseppe di Confartigianato Varese. E con il quale l’associazione di viale Milano dimostra di rendersi sempre più attenta a valorizzare le professionalità delle sue imprese ma anche le preziosità del territorio nel quale opera.
Le sette tavelle «sono ora esposte nelle due fra le migliori sale della Pinacoteca dell’Ambrosiana: nell’una c’è il Botticelli e nell’altra il Bramantino», ha sottolineato don Alberto Rocca, dottore della Biblioteca. Si potranno visitare sino a marzo 2013.
«L’Italia avrà anche poche materie prime – ha detto Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese Varese e Confartigianato Lombardia – ma ha tanta materia grigia. Sono orgoglioso di rappresentare le micro e piccole imprese, quindi mi fa immensamente piacere rappresentare un’imprenditrice come Valeria Villa, che su queste tavelle di Bembo ci ha lasciato gli occhi e il cuore. L’Arte, d’altronde, è come un carburante pulito che – mi auguro – possa sempre più “inquinare” le menti dei giovani. Perché, come diceva don Lorenzo Milani, “solo la conoscenza ci può rendere uomini liberi”. E questo restauro ci auguriamo vada in questa direzione. Perché Arte e Artigianato, spesso, corrono sullo stesso binario».
In «Italia – ha aggiunto il prefetto Buzzi – ciò che dovrebbe essere un motivo di ricchezza è ormai divenuto oggetto di cura verso il quale far convergere fondi pubblici. E ben vengano, dunque, questi progetti dove si fa “rete”. D’altronde è giusto e importante dare peso a chi si dedica alla conservazione del nostro patrimonio portandolo alla luce. Conservare il bello nel cassetto non serve a nessuno, quindi l’iniziativa di una piccola impresa artigianale, e di un’associazione di categoria come Confartigianato Varese, è quanto di più importante noi abbiamo bisogno in questi momenti».
Le sette tavelle di Bonifacio Bembo, uno fra i maggiori artisti medioevali, «non erano neppure state inventariate», afferma Isabella Marelli, della Sovrintendenza ai Beni Storici e Artisti di Milano e responsabile per il territorio della provincia di Varese. «Si tratta di alcune chicche databili intorno al 1470 che provengono dal Monastero della Colomba a Cremona. Servivano per ornare le travi che sostenevano i soffitti. Ma ciò che è importante, è che questo ciclo “varesino” delle tavelle va a completare un mosaico di altre tavelle di Bembo già studiate e conservate a Parigi (75) e Ginevra (2)».
Esempio eccellente del gotico fiorito dell’area lombarda, le tavelle sono vera “pittura artigiana”.
Bembo lavora nella sua bottega, e sperimenta. Le analisi delle tavelle da parte della Csg Palladio, infatti, hanno rilevato pigmentazioni con solfuro d’arsenico (utilizzato dai miniatori per rendere l’effetto dell’oro) e lamina di stagno.
Valeria Villa, titolare del Centro Studi di Conservazione e Restauro, rimarca: «Un lavoro approfondito reso possibile dalla sensibilità e dalla comprensione di persone competenti. Ho bussato a circa 80 porte, ma ho ricevuto un solo sì: quello di Confartigianato Imprese Varese, con la Fondazione San Giuseppe, nelle figure del Presidente Giorgio Merletti e del direttore generale Mauro Colombo, che da subito hanno recepito l’importanza dell’intervento. Le sette tavelle sono sette pagine di storia e di arte che ci potranno aiutare a porre al centro dei nostri interessi il bene pubblico».
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