La protesta dei metalmeccanici: “Vogliamo votare il nostro contratto”

Il corteo organizzato dalla Fiom Cgil attraversa le strade di Milano. Landini:"La questione della rappresentanza sindacale sta diventando acuta"

I metalmeccanici della Cgil sono in sciopero: oggi per le strade di Milano i lavoratori sono in protesta contro l’accordo che sancisce l’esclusione della Cgil dalla trattativa per il contratto dei metalmeccanici. (La foto è stata scattata via Twitter dal Consigliere Regionale di Sel Chiara Cremonesi)

Spiega il segretario Landini, anche lui in corteo a Milano, in un’intervista:

un operaio metalmeccanico può scegliere il suo candidato premier, ma non può votare il suo contratto di lavoro – racconta il segretario Fiom Maurizio Landini in un’intervista al Fatto Quotidiano -. Fim e Uilm stanno firmando un’intesa che vale per un milione e 600 mila metalmeccanici e non hanno la minima intenzione di fare un referendum. La questione della rappresentanza sindacale sta diventando acuta, la legge è sempre più urgente. È una legge che manca da circa 65 anni, un altro pezzo di Costituzione mai attuato. Fim e Uilm, due sindacati minoritari che dichiarano in tutto poco più di 300 mila iscritti contro i 358 mila della Fiom, firmano un accordo che di fatto smonta il contratto nazionale, e che per la prima volta parte da una piattaforma rivendicativa presentata non dai lavoratori ma dalle aziende. Il tutto in violazione del tanto strombazzato accordo del 28 giugno, secondo cui ai tavoli contrattuali ha diritto di stare ogni sindacato che rappresenti almeno il 5 per cento dei lavoratori.

I lavoratori sono scesi in piazza questa mattina, 5 dicembre, per la manifestazione regionale (in anticipo rispetto alle altre regioni che sciopereranno giovedì) partita da Porta Venezia. Il comizio si svolgerà, invece, in piazza Duomo con gli interventi di Mirco Rota, segretario regionale della Fiom-Cgil Lombardia, di Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia, e con le conclusioni di Maurizio Landini, segretario generale nazionale della Fiom-Cgil.
Le tute blu scendono in piazza “per la democrazia, per un contratto vero, per l’occupazione e il reddito e contro l’accordo separato tra Fim, Uilm e Federmeccanica”:

Tra le cose che introduce il contratto c’è per esempio che le imprese, a certe condizioni, smetteranno di pagare i primi tre giorni di malattia. Oppure che potranno imporre 120-130 ore di straordinario l’anno a loro piacimento, senza discuterne con il sindacato aziendale, alla faccia dell’esaltazione del secondo livello… Di fatto l’orario di lavoro, oggi fissato a 40 ore, aumenta di oltre due ore alla settimana – spiega sempre Landini al Fatto Quotidiano

Intanto il quotidiano l’Unità da notizia del ricorso presentato dagli avvocati della Fiom contro l’accordo interfederale del 28 giugno:

gli avvocati della Fiom – scrive L’Unità – hanno presentato al Tribunale di Roma (lo stesso che le ha dato ragione sulla discriminazione subita a Pomigliano) un ricorso basato sull’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e «l’ulteriore patto aggiunto del 21 settembre 2011 con il quale le stesse parti si impegnavano ad attenersi all’accordo a tutti i livelli». Secondo la Fiom per i contraenti (Confindustria, Cgil, Cisl e Uil e quindi le loro federazioni metalmeccaniche) quell’accordo ha valore di legge e il non rispetto deve essere sanzionato dal giudice che deve riportare la Fiom-Cgil a quel tavolo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Dicembre 2012
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