Licenziamenti e organizzazione del lavoro, è sciopero all’Amsc

Una quarantina i dipendenti in presidio martedì mattina in via Bottini. Preoccupazione per i due esuberi dichiarati dall'azienda, ma anche per i trasferimenti di personale e il futuro delle diverse attività

In origine era solo l’azienda del gas, poi ha iniziato ad occuparsi di acqua, di farmacie, di autobus, poi persino di piscine e impianti sportivi. Ma oggi l’Amsc di Gallarate – un po’ come tutte le aziende partecipazione comunale – è alle prese con cessioni di attività, fatte per scelta o imposte dalle nuove norme nazionali (dettate in realtà spesso dall’Unione Europea). La riorganizzazione dell’azienda preoccupa però i lavoratori che per questo – e anche in particolare contro i due esuberi dichiarati dall’azienda nell’ottobre scorso – hanno scioperato oggi a Gallarate, con un presidio davanti alla sede dirigenziale e commerciale di via Bottini.

Una quarantina i dipendenti che hanno partecipato al presidio, due ore mattutine in un giorno di nebbia e di gran freddo. I motivi sono diversi: c’è per esempio, la questione della cessione di un gruppo di dipendenti alla società che si occupa della rete del gas e che fino ad oggi era poco più che nominale: «Diciotto lavoratori passeranno alla Prealpi, la società nata dalla fusione dei rami Agesp e Amsc, creata a partire dal 2005 per avere numeri di clienti sufficienti per tenere in house (cioè senza appalto) servizio gas» spiega Luciano Pellizzaro, sindacalista della Cgil. Fino ad oggi l’azienda con sede a Busto non aveva in carico dipendenti, ora invece il trasferimento dei dipendenti a questa sigla diventerà reale, con un passaggio che lascia inquieti sindacati e lavoratori. Non solo: l’altra partita è quella del futuro assetto organizzativo del servizio idrico, che impiega (escludendo gli amministrativi) circa una sessantina di persone. E ancora c’è la questione – oggi non ancora affrontata direttamente – di Commerciale Gas, la società di vendita del gas: il Comune vorrebbe venderla per incassare ma anche per non farsi schiacciare su un mercato in cui sempre più dominano grandi gruppi energetici di scala nazionale o multinazionale.

Questo il quadro, che preoccupa nel suo complesso: «Tutti i servizi devono andare a gara, con l’eccezione di acqua e gestione piscina: sono tutti servizi che vanno a gara e se non si fanno investimenti necessari ci si ritrova nelle condizioni di non poter vincere le gare». Con il rischio di trasferimenti ulteriori di lavoratori verso altre realtà, magari lontane dal territorio. C’è poi l’altro capitolo rilevantissimo: a ottobre l’azienda ha avviato il percorso di esubero per due posti considerati non necessari, con conseguenti licenziamenti per due lavoratori (se non ricollocati). L’operazione messa sul piatto nel giro di pochi giorni ha agitato non poco le acque e il sindacato rivendica oggi l’azione: «Lo sciopero di oggi – dice Pellizaro – era certo a sostegno delle due persone dichiarate in esubero, ma è da parecchio tempo che chiediamo di parlare di organizzazione del lavoro nel suo complesso, avevamo iniziato già con la vecchia gestione. Fino ad adesso ci hanno esclusi, dicendo in passato che non c’era necessità di riorganizzare: ad ottobre abbiamo poi ricevuto la convocazione il mercoledì e il venerdì sono scattati i due esuberi (nella foto a sinistra: il primo presidio, organizzato spontaneamente in quella giornata). Hanno fatto partire la trattativa avendo già di fronte una posizione precisa sugli esuberi». L’azienda ha poi fatto proposte alternative ai due lavoratori coinvolti (senza uno sbocco positivo), ma il sindacato non condivide comunque il metodo: «Alla fine di fatto una contrattazione per la ricollocazione non è stata fatta, se non a posteriori. Se dovessero applicare lo stesso metodo per 10 persone?». E da ultimo – denuncia il sindacato – la riorganizzazione partita nell’autunno ha di fatto «interrotto la trattativa» su altri fronti, come quello sul premio di risultato: «nell’arco di pochissimi giorni ci hanno fatto una proposta che rivoluzionaria rispetto a quanto discusso in trattativa».

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Pubblicato il 18 Dicembre 2012
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