Milano celebra i vecchi trofei compreso lo “scudetto al veleno”
In occasione di EA7-Cimberio di domenica 23 l'Olimpia innalzerà gli stendardi delle proprie vittorie. Tra questi anche il titolo del '66, vinto da Varese sul campo e tolto a tavolino per il famoso "caso Gennari"
A tre giorni dal derby prenatalizio di pallacanestro tra Milano e Varese sale la febbre per la partitissima. La caccia al biglietto è iniziata da tempo, i tifosi della Cimberio si stanno organizzando per raggiungere Assago e stare vicini a Green e compagni per sostenere quella che, classifica alla mano, è la capolista della Serie A fin dalla prima giornata.
A Milano le acque restano ben più agitate dal punto di vista sportivo: come preannunciato nei giorni scorsi l’EA7 che affronterà la squadra di Vitucci sarà piuttosto rinnovata. Giocherà JR Bremer, l’americano già visto in maglia Olimpia (oltre che a Biella e in diverse altre squadre tra Usa ed Europa), appena acquistato dal Fenerbahce per sostituire Omar Cook, spedito a Vitoria senza biglietto di ritorno. A referto non ci sarà neppure il deludente lungo Richard Hendrix e quindi Scariolo avrà a disposizione rotazioni più corte; sotto canestro Milano resta comunque ben fornita visto che presenta i vari Bourousis, Fotsis, Melli e Chiotti. Per la Cimberio non si segnalano particolari novità: dopo la cena natalizia organizzata da "Varese nel Cuore" la squadra è tornata in palestra con la sola eccezione dell’infortunato Cerella che sarebbe dovuto rientrare proprio contro l’EA7.
NASO ALL’INSU – Il derby numero 164 sarà una partita importante per il campionato in corso ma avrà anche un sapore retrò; l’Olimpia ha infatti deciso di esporre sul soffitto del Forum gli stendardi che ricordano tutti i trofei vinti dalle "Scarpette Rosse" in quasi ottant’anni di storia. Una consuetudine che a Varese, prendendo spunto da quanto accade oltreoceano, è viva e vegeta da tanti anni. I drappi verdi sospesi sotto la volta di Masnago sono tutt’oggi il monito più fragoroso per gli avversari della Pallacanestro Varese ma anche per i nuovi giocatori ingaggiati dalla società biancorossa, che si trovano subito di fronte alla grande storia del basket cittadino.
LO SCUDETTO CONTESO – Tra le 39 bandiere che appenderà Milano però ce n’è una che tra i tifosi di più vecchia data fa ancora discutere, quella che celebra lo scudetto del 1966 e che ha anticipato certe contese calcistiche di questi anni. Si tratta di quello che fu ribattezzato il "Caso Gennari": la Ignis, che aveva vinto fino ad allora due titoli, ingaggiò il fortissimo italoamericano (foto a lato) e lo schierò nello spareggio di Roma. I gialloblu dominarono la gara con il Simmenthal (74-59) e conquistarono il terzo scudetto ma la Federazione, con una retromarcia clamorosa (aveva in un primo tempo autorizzato l’utilizzo di Gennari) diede partita persa ai varesini e 17° titolo ai milanesi. Seguirono proteste furibonde che accesero ai massimi la rivalità tra le due grandi lombarde del basket (la terza forza Cantù sarebbe arrivata pochi anni dopo). A Varese, ripetiamo, chi ha vissuto la vicenda sostiene che il "caso Gennari" fu un furto bello e buono (anzi, brutto e cattivo) ai danni della Pallacanestro che a questo punto dovrebbe avere undici titoli in bacheca. Certo, negli anni successivi la Ignis ebbe modo di "vendicarsi" infliggendo ripetute sconfitte al Simmenthal (basti ricordare i cinque titoli in sei anni tra il ’68-’69 e il ’73-’74) ma quella vicenda non è mai stata del tutto dimenticata. E vedere quello stendardo al Forum, domenica sera, farà comunque un certo effetto: un motivo in più perché la Cimberio sbanchi Assago confermando la supremazia mostrata finora in campionato. Nonostante il budget faraonico a disposizione dell’Olimpia.
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